Diagnostica e prevenzione avranno un ruolo centrale nella sanità di domani. In un momento di forte transizione per tutto il settore, l’innovazione e la tecnologia possono essere la chiave per arrivare a un nuovo modello sanitario ancora più efficace. In Cerba HealthCare Italia, eccellenza nella diagnostica ambulatoriale, “puntiamo molto sullo sviluppo di soluzioni che avvicinino paziente e struttura sanitaria anche attraverso l’utilizzo del digitale e dell’Intelligenza artificiale generativa”, spiega il Ceo Stefano Massaro. “L’innovazione oggi può unire una comunicazione intuitiva a un accesso agevolato a servizi e diagnostica”.
Investire sulle persone e sull’innovazione -
– Semplificare l’interazione tra pazienti e strutture significa investire nelle persone. “Ci sono innovazioni tecnologiche – continua Massaro – che riguardano macchinari e strumentazioni e che consentono di migliorare tutto il procedimento diagnostico. Allo stesso tempo, c’è un’altra forma di innovazione, interna alle strutture sanitarie come la nostra, focalizzata sul potenziamento dei servizi”. Da questo percorso, che Cerba HealthCare Italia ha già intrapreso da tempo, è nato ad esempio Voilà, il chatbot che interagisce con i pazienti attraverso WhatsApp, e che da mesi rende ancora più facile la relazione delle persone con i centri diagnostici.
Cerba HealthCare è presente in Italia con 400 sedi e negli ultimi cinque anni ha investito nel nostro Paese circa un miliardo e mezzo di euro. Segno, sottolinea Massaro, che “ci sono aziende come la nostra che hanno la possibilità di essere erogatori di primo livello e di efficientare il sistema sanitario nazionale”. Sul partenariato pubblico-privato “oggi vedo una grandissima fame di Pnrr, ma manca il finanziamento dei servizi. Non so quanto sia necessario impegnare una quantità enorme di investimenti a debito, quando invece si potrebbe potenziare la collaborazione tra pubblico e privato nell'erogazione dei servizi pubblici. In Italia esistono le liste di attesa perché le strutture sanitarie hanno un budget, che non può essere superato e che copre solo un numero limitato di prestazioni. Per abbattere i tempi di attesa, la soluzione non è quella di aumentare la capillarità territoriale dei servizi ambulatoriali, ma è quella di finanziare in maniera adeguata il sistema sanitario”.