"L'errore più grande della mia vita"

Enrico Varriale a processo per stalking: "Ammetto di aver dato quello schiaffo alla mia ex, sono pentito"

Il giornalista davanti al tribunale monocratico di Roma nega altre violenze nei confronti della donna con cui aveva avuto una relazione: "Fu lei a saltarmi addosso"

"Ammetto di averla colpita con uno schiaffo e ancora mi pento per quanto ho fatto, l'errore più grande della mia vita ma l'episodio violento è stato questo, il resto che racconta lei è falso". È quanto ha sostenuto il giornalista Enrico Varriale nel corso dell'udienza del processo che lo vede accusato di stalking e lesioni personali ai danni della ex. La donna lo ha denunciato per una serie di aggressioni verbali culminate con una vera e propria violenza fisica avvenuta a Roma nell'agosto del 2021.

© Tgcom24

Il giornalista: "Sono pentito" -

 "So di avere commesso un errore di cui mi pentirò per tutta la vita - ha aggiunto Varriale davanti al giudice monocratico - Le donne, come sempre ho detto, non si toccano neanche con un fiore: la parità esiste in tutto tranne in questa sperequazione, l'uomo è più forte fisicamente. Ma con la stessa nettezza affermo che tutto quello che la donna racconta è falso. È lei che quella sera di agosto mi è saltata addosso, non l'ho colpita con calci. Lei dice che ho messo le mani al collo ma avevo il telefono in mano come avrei potuto? Poi l'ho tirato sul divano". Secondo quanto si legge nel decreto che dispone il giudizio immediato, il giornalista "durante un alterco per motivi di gelosia, la sbatteva violentemente al muro scuotendole e percuotendole le braccia, sferrandole violentemente dei calci". I difensori del giornalista sportivo, gli avvocati Ester Molinaro e Fabio Lattanzi, hanno spiegato: "Nessuno stalking, nessuna minaccia o violenza, o intento lesivo, solo un gesto, uno schiaffo per contenere l'ennesima reazione aggressiva della donna e per il quale, comunque Enrico Varriale ha chiesto scusa".

La seconda vittima -

 Sempre secondo l'autorità giudiziaria, Varriale avrebbe anche tentato di ostacolare la carriera della ex compagna, anche lei giornalista, minacciando di poter incidere su una collaborazione che la vittima aveva con un quotidiano. "Non esiste un solo messaggio minaccioso inviato da me", si difende il giornalista. "Una cosa mi ha fatto male - ha aggiunto Varriale - se avessi la signora davanti le chiederei scusa per lo schiaffo e per averle preso il telefonino, però le chiederei anche perché ha detto quelle cose e come fa a dire che le ho sputato addosso. Lo sputo è una delle cose più schifose che si possono fare". Nel corso della prima udienza, a maggio 2023, aveva testimoniato anche una seconda vittima, che in aula aveva denunciato lo stesso tipo di violenze in diversi episodi dal dicembre 2021 al febbraio 2022. "Quello è pazzo, bisogna fermarlo prima che ammazzi qualcuna", si legge nello scambio di messaggi tra le due donne che nel frattempo si erano messe in contatto. "Chiama qualcuno che ti stia vicino adesso. Non stare sola", le rispondeva l'altra. "Ok, è venuto l’ispettore. Domani se mi fanno uscire devo andare da loro. Varriale mi ha detto che se lo denuncio mi ammazza".

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