A meno di tre anni dall'adesione, Lidl Italia ha annunciato la decisione di uscire da Federdistribuzione "con effetto immediato, a seguito del continuo ed eccessivo protrarsi delle negoziazioni per il rinnovo del Contratto di lavoro nazionale della distribuzione moderna organizzata, scaduto nel 2019". Lo si legge in una nota del gruppo. Al centro del dibattito gli aumenti retributivi non ancora formalizzati da parte di Federdistribuzione.
"Tale decisione è maturata con l'obiettivo di dare risposte concrete e immediate ai propri 22mila dipendenti, che hanno visto in questi anni una progressiva erosione del proprio potere d'acquisto a causa dell'inflazione", si legge nel comunicato, nel quale si aggiunge che "da quattro anni i nostri collaboratori attendono il rinnovo del Ccnl ed è per noi inaccettabile che le trattative si siano ulteriormente arenate per dinamiche che esulano dai loro bisogni".
Presidente Silvestri: "Prolungato immobilismo ha introdotto incertezze" -
"Il prolungato immobilismo nella trattativa ha introdotto incertezze che intendiamo subito superare per il senso di responsabilità che abbiamo nei confronti delle nostre persone" afferma Massimiliano Silvestri, presidente di Lidl Italia. L'azienda applicherà il Ccnl già rinnovato da Confcommercio che prevede aumenti salariali e una tantum già definiti.
Federdistribuzione replica: "Confermiamo impegno per rinnovo contratto" -
"Prendiamo atto della decisione di Lidl Italia di recedere. Alla base di questa iniziativa, l'azienda fa riferimento al protrarsi del confronto per il rinnovo del Ccnl della Distribuzione moderna organizzata. Gli elementi del percorso negoziale con le organizzazioni sindacali, condivise all’unanimità nei nostri organi direttivi, di cui Lidl Italia è stata una componente importante, sono sempre stati improntati principalmente alla tutela dei lavoratori". Lo afferma in una nota Federdistribuzione.