"Tgcom24Tour" a Milano, focus su formazione, lavoro e territorio
Ospiti della prima tavola rotonda: Paola Frassinetti, sottosegretario al ministero dellʼIstruzione e del Merito; Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, e Donatella Sciuto, rettore del Politecnico di Milano
Formazione, lavoro e territorio. Questi i temi della prima tavola rotonda della tappa di Milano di "Tgcom24Tour". Il direttore Paolo Liguori ha dialogato su questi temi con Paola Frassinetti, sottosegretario al ministero dell'Istruzione e del Merito; Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, e Donatella Sciuto, rettore del Politecnico di Milano.
Fontana apre le danze, parlando della città di Milano: "È l’unica città in Italia che può essere considerata di stampo internazionale, che si può confrontare con le grandi capitali d'Europa e del mondo e che ha ancora una capacità propositiva, propulsiva, che guarda al futuro senza avere paura di affrontare le grandi sfide".
Accoglienza degli studenti - "Per riuscire ad accogliere tutti gli studenti che vengono a studiare e a lavorare a Milano, noi, come Regione, stiamo facendo una serie di iniziative. Per esempio, proprio con il Politecnico abbiamo contribuito a finanziare un nuovo campus che si realizzerà in Bovisa e che prevederà anche numerosi posti per gli studenti. Inoltre, il villaggio olimpico diventerà un grandissimo studentato. Ancora, abbiamo finanziato con il conservatorio un nuovo campus della musica, significativamente realizzato nel boschetto di Rogoredo. Ci stiamo dando da fare a Milano, ma anche in altre città", aggiunge Fontana.
Lauree e professioni - Parlando della carenza di laureati in certe materie in Italia, Sciuto dice: "Sicuramente, in Italia mancano laureati in Ingegneria. Noi facciamo il possibile. Laureiamo circa 8mila ragazzi e ragazze all'anno. Il tasso di occupazione è del 97-98% a un anno dalla laurea, quindi c'è la piena occupazione. Il 30% ha già un lavoro prima. Di questi, peraltro, la maggior parte rimane in Lombardia. Un 20% va all'estero, ma il resto rimane quasi tutto in Lombardia e un 10% va in altre regioni".
Per quanto riguarda le lauree Stem, "cerchiamo di orientare i ragazzi per fare in modo che capiscano che la tecnologia è un fattore abilitante. È importante ricordarsi che con la tecnologia si può anche aiutare la società a migliorare. Come orientiamo? Tra le altre cose, facciamo dei tech camp estivi per i ragazzi delle scuole superiori (terzo-quarto anno). Settimane in cui, con circa 400 giovani, parliamo di robotica, di cybersecurity, di intelligenza artificiale, di veicoli autonomi. E poi, sabato, abbiamo l'Open day, dove ci mettiamo in mostra per i ragazzi che si vogliono iscrivere. Infine, offriamo delle borse di studio specifiche per le ragazze che si vogliono iscrivere ai corsi di laurea meno frequentati, come elettronica, meccanica, informatica. Cerchiamo di fare del nostro meglio", spiega la rettrice.
"Noi puntiamo molto sulle cosiddette materie Stem, a inclinazione scientifica-tecnologica. Abbiamo anche stanziato fondi, cerchiamo di eliminare il divario di genere che esiste in questo campo. Il Parlamento ha approvato una legge che ha istituito la settimana delle Stem proprio per informare le famiglie e gli studenti sulle opportunità che questo tipo di materie danno. Quindi, la scuola non è rimasta ferma. Ci sono tantissimi progetti che riguardano la robotica anche alle medie. È importante collegare la scuola con le università e invertire la mentalità che ha sempre un po' trattenuto la parte femminile degli studenti a lanciarsi verso materie scientifiche. Credo che il lavoro che stiamo facendo, anche con investimenti importanti, per supportare le materie Stem darà i suoi frutti così come la riforma della filiera professionale tecnica che ha iniziato l'iter alla Camera dopo essere stata approvata al Senato. Credo che questo quadro così strutturato non possa che far bene a tutta quella branca di studi tecnologici-scientifici che sono sempre stati un po' uno spauracchio per la grande massa degli studenti e che invece devono essere approcciati in maniera diversa", commenta Frassinetti.
"Il modello di cui Frassinetti parlava è lombardo. Siamo assolutamente orgogliosi che il nostro modello sia stato preso come esempio per estendere a livello nazionale questa proposta di formazione. Dobbiamo far capire alle famiglie e agli studenti che la formazione che si fa negli istituti professionali non è una formazione di serie B. È una formazione diretta ad argomenti molto specifici, ma in ambiti per i quali c'è una richiesta di lavoratori incredibile. Gran parte degli studenti che escono da questi centri di formazione - gli Its oltretutto sono una formazione elevata, molto simile a quella universitaria - hanno il posto di lavoro prima di uscire", conclude Fontana.