Fobie: ecco le più comuni e il modo più efficace per affrontarle
Questi stati di terrore incontrollabile, spesso anche invalidanti, non hanno niente a che vedere con la paura
Ci sono le fobie nei confronti degli animali, a cominciare da ragni, serpenti e persino piccioni, oppure quelle che ci portano a temere determinate situazioni come gli spazi chiusi, quelli troppo aperti o le altezze, o ancora l’angoscia di particolati oggetti o esperienze, come prendere l’aereo o perdere una parte del corpo. In ogni caso, soffrire di una fobia significa vivere momenti difficili, tanto da essere spinti a modificare le proprie abitudini pur di evitare le situazioni in cui l’angoscia può scatenarsi. Eppure, gli esperti sono tutti concordi: le fobie si possono in larga misura affrontare e gestire, se non addirittura superare del tutto. L’importante è avere i consigli e l’aiuto giusto, con la strategia più efficace.
FOBIE E PAURE: QUAL È LA DIFFERENZA – La paura è una delle emozioni primarie che, nel corso della storia dell’uomo, ha contribuito alla sopravvivenza della nostra specie. Il fatto di aver paura di certe situazioni riconosciute come pericolose ci porta a strane il più possibile alla larga, conservando la nostra incolumità: la paura ha quindi un valore positivo. La fobia invece è un attacco di angoscia incontrollabile nei confronti di cose o situazioni di per sé non pericolose, capaci però di procurarci veri e propri attacchi di terrore che possono diventare molto difficili da gestire e che ci impediscono di affrontare la cosa o la situazione che temiamo. La fobia ha anche una ben precisa sintomatologia fisica, con aumento del battito cardiaco e della frequenza respiratoria, sudorazione fredda, impulso alla fuga e, al limite, svenimento.
QUALI SONO LE FOBIE PIÙ DIFFUSE – Secondo una classifica stilata di recente dalla World Mental Health Survey Initiative, le fobie più diffuse al mondo sono quelle scatenate dagli animali: circa il 4% della popolazione mondiale ha il terrore degli insetti, a cominciare dei ragni (aracnofobia), o dei serpenti (ofidiofobia), o di una specie di uccelli. Subito dopo viene la fobia del sangue (ematofobia) della quale soffre circa il 3% della popolazione mondiale e che porta la persona al limite dello svenimento al solo vederne una goccia. Seguono poi le fobie legate a determinati luoghi, come le altezze e il senso di vuoto ad esse collegato (dagli strapiombi alle ruote panoramiche, ai piani alti dei palazzi), chiamata acrofobia; fa parte di queste categorie di fobie anche la talassofobia, che si scatena in mare aperto o nell’acqua alta, dove non si tocca; la claustrofobia, ossia la paura dei luoghi chiusi come ascensori, gallerie, stanze piccole e affollate; un po’ meno comune è il suo contrario, l’agorafobia, che colpisce quando ci si trova negli spazi aperti. Piuttosto comune è anche la paura di volare, chiamata aerofobia: se è vero che circa la metà dei viaggiatori è colpito da una certa inquietudine al momento di salire in aereo, è vero anche che circa l’1% delle persone è colto da un tale panico da non poter affrontare la situazione e rinuncia al viaggio. Ci sono infine le fobie sociali, legate alle situazioni tipiche della vita di relazione: la più comune è il terrore di parlare in pubblico (glossofobia), ma negli ultimi anni si vanno diffondendo anche alcune fobie “nuove”, legate allo sviluppo dei contesti sociali, come la dismorfofobia, ossia la preoccupazione ossessiva per il proprio aspetto fisico fino ad avere una percezione distorta della propria immagine esteriore; o la F.O.M.O. “Fear of Missing Out”, una fobia nuova di zecca, legata ai contesti social, che ci fa temere ossessivamente di “perderci qualcosa di importante” e di non partecipare a un evento gratificante o emozionante a cui partecipano invece i nostri amici e conoscenti.
COME NASCONO LE FOBIE – Secondo la psicanalisi, queste paure incontrollabili hanno la loro radice in
traumi che risalgono agli anni dell’infanzia, dei quali spesso il soggetto non ha memoria. In altri casi, una fobia può nascere per
esperienza, diretta o indiretta, di una situazione pericolosa in cui il soggetto si è trovato e che lo ha terrorizzato, ad esempio un volo aereo con tempo molto cattivo o restare chiuso a lungo in un ascensore guasto. Studi più recenti hanno però dimostrato che alcune fobie si sviluppano, o per lo meno si acuiscono, a partire da ansie e timori ai quali il soggetto cerca di
costringersi a resistere, ottenendo l’effetto opposto nel giro di poco tempo. Anche evitare a tutti i costi le situazioni che possono scatenare il panico sono un modo per mantenere viva una fobia e per rinforzarla nel tempo.
CONSIGLI PER STARE MEGLIO - Per vincere, o almeno arrivare a gestire una fobia, gli specialisti consigliano un’azione combinata di tre tecniche: la prima riguarda il controllo degli stati fisici, come tachicardia e respiro affannoso, attraverso tecniche di rilassamento della muscolatura e di respirazione lenta e regolare, come quella che si impara nello yoga e nel training autogeno; la seconda consiste nell’ esposizione graduale e progressiva alle situazioni che scatenano l’angoscia; la terza è raggiungere in sé la reale motivazione e la volontà nel superare la fobia. Nel caso di fobie lievi è possibile risolvere la situazione con l’aiuto di una persona amica che ci accompagni nei momenti critici e ci aiuti ad affrontare il panico in modo costruttivo, mentre nei casi più gravi è indispensabile rivolgersi a un terapeuta che ci sappia indicare le tecniche comportamentali più adatte per “smontare” la nostra angoscia. In alcuni casi è possibile anche frequentare corsi con esercitazioni ad hoc: ad esempio, per combattere la paura di volare, le compagnie aeree organizzano cicli di lezioni in cui si è guidati a superare l’ansia del volo, visitando un aeroporto, salendo su aeroplano o simulando le situazioni di decollo e atterraggio. In alti casi occorrono percorsi personalizzati da seguire con la guida di uno specialista.
NON VERGOGNANOCI SE… - A volte le fobie possono essere strane e perfino assurde. Ci sono adulti che hanno ancora paura del buio, dei temporali, dell’ago dell’infermiere per un prelievo di sangue e perfino dei clown. Ciascuna di queste fobie
ha persino un nome: a onor di cronaca si chiamano, rispettivamente, acluofobia, brontofobia, belonefobia e coulrofobia. Al di là della curiosità, se a queste paure è stato perfino assegnato un nome, significa che si tratta di un fenomeno diffuso e piuttosto comune. Questo non ci aiuterà a provare meno angoscia, ma ci aiuterò a sentirci un po’ meno “strani”, dato che siamo, almeno, in buona compagnia.
SU TGCOM24