"Sono elementi sicuramente importanti". Così Alessia Pontenani, legale di Alessia Pifferi, commenta la strategia della difesa nel processo che vede imputata la donna per la morte della piccola Diana, lasciata morire di stenti a Milano. A "Pomeriggio Cinque" l'avvocato commenta la strategia difensiva per cui sono state messe agli atti le pagelle di Alessia Pifferi.
Nei giorni scorsi Alessia Pontenani ha depositato un documento relativo ai risultati scolastici che la sua assistita aveva conseguito durante il periodo delle scuole elementari e medie. Inoltre, nei documenti si dice che Pifferi fosse "portatrice di handicap", un giudizio che rimanda ai problemi cognitivi dichiarati dalla stessa Pifferi e di cui sua madre non l'avrebbe mai messa al corrente. Il 12 aprile si terrà la prossima udienza, che prevede la requisitoria dell'accusa e l'arringa della difesa, ma non è da escludersi che già in quella data possa arrivare la sentenza.
"Sono carte importanti che ci fanno capire che Alessia Pifferi non ha mentito - ha dichiarato Pontenani -. Lei ha sempre avuto bisogno di un insegnante di sostegno. Dalla prima elementare fino all'istituto tecnico che stava frequentando e che poi a un certo punto ha smesso di frequentare. Le è stato tolto il sostegno prima della bocciatura". Pontenani aggiunge: "Negli anni Ottanta e Novanta non tutti avevano insegnati di sostegno - ha spiegato -. Non c'era la stessa sensibilità di adesso riguardo le capacità degli studenti e se Alessia aveva bisogno di un sostegno, significa che era necessario".
Sulle parole della madre di Alessia Pifferi che aveva smentito qualsiasi tipo di deficit cognitivo diagnosticato alla figlia, Pontenani replica: "Era stata proprio lei a scrivere all'istituto Oriani per chiedere di non dare il sostegno alla figlia al primo anno di superiori".