Una retrospettiva sulla figura di Franco in quanto uomo, più che su Moschino come stilista.
A coordinare gli interventi Nunzia Fontana, Presidente dell’Associazione culturale abbiatense “Iniziativa Donna”, da cui nasce l’intero progetto:
“Franco simboleggia la necessità di rottura e rivoluzione della società degli anni ’90. Questa sua visione ci ha permesso di dare vita ad una rassegna annuale a lui dedicata che avrà luogo in particolar modo attraverso una mostra locata in due punti cardine della città di Abbiategrasso, suo Paese d’origine, ovvero la Chiesa Santa Maria Vecchia e i Sotterranei del Castello Visconteo. Sarà un anno Moschiniano… un anno a trent’anni dal caos”. – Nunzia Fontana
A condividere la loro testimonianza anche il giornalista Tommaso Basilio che ha voluto celebrare Franco Moschino nella sua bellezza umana fatta di autoironia e leggerezza mista a grande professionalità. L’Architetto e Direttore Creativo Alberto Clementi ha voluto invece ricordare lo stilista come “pecora nera” fra le “pecore bianche” che ha dato una scossa alla città di Abbiategrasso e non solo, con un impegno sociale e creativo senza precedenti. A intervenire anche Annamaria Gallo, responsabile commerciale Filatelia Macroarea Nordovest, che ha descritto Franco Moschino come pioniere che ha saputo mantenere vivo nel tempo il suo ricordo tanto da meritare la realizzazione di un annullo filatelico in realizzazione. Tiziana Losa, Presidente di Confocommercio Abbiategrasso, ha dichiarato di aver voluto sposare fin da subito questo progetto per valorizzare il binomio fra commercio e cultura come leva per il territorio. Luca Moroni, Direttore dell’Hospice di Abbiategrasso, ha ricordato come la vera urgenza degli anni ’90 fosse l’AIDS, una malattia tabù di cui si sapeva poco. Oggi, anche grazie alla battaglia di Franco Moschino fatta di gusto per la vita, sono stati fatti enormi passi avanti su questo tema come testimoniato dalla nascita di centri come l’Hospice. Infine, commovente l’intervento di Rossella Jardini, stilista e braccio destro di Franco Moschino, che gli è stata accanto nel lavoro e nella vita: “Franco mi lasciava un foglio di carta con una giacca a doppiopetto, una gonna a pieghe, un paio di pantaloni da uomo, una camicia bianca e diceva . Era sempre un po’ una battaglia, un modo nostro di lavorare. Lui iniziava una frase e io la finivo. Ho fatto un sogno in cui mi diceva ”.
La città di Abbiategrasso ha voluto celebrare il proprio concittadino restituendogli un racconto fatto di quotidianità, attraverso le testimonianze di chi ha condiviso con lui l’amore per il suo territorio. Quello che si è voluto celebrare è il racconto di un pioniere eclettico e stravagante che ha riversato nel proprio lavoro tutta la sua creatività. Mostre ed esibizioni interattive, video-interviste, racconti. La teatralità umana di un animo geniale che ha fatto della propria vita la sua migliore performance, si prepara ad essere portata in scena per la prima volta.
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Estetica, etica e bellezza si uniscono nel ricordo attuale di un Uomo che ha cambiato per sempre l’identità di una comunità locale ed universale.