Antonio Albanese e Virginia Raffaele sono protagonisti di "Un mondo a parte", quello raccontato da Riccardo Milani. Arriva al cinema il nuovo film del regista, una commedia tra leggerezza e impegno sociale ambientata nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, in cui c'è una piccola scuola e una comunità che lotta per farla sopravvivere. Perché "la scuola che chiude è la morte del paese". "Riccardo Milani tratta argomenti importanti e necessari con nobile leggerezza, ironia e garbo, non cerca un cinema forzatamente estetico, ma un cinema umano che parla agli esseri umani, in modo onesto e vero", racconta Albanese.
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Cosa racconta il film -
Virginia Raffaele è Agnese, vice preside della scuola di un paesino nel Parco intitolata al poeta-pastore Jurico. Antonio Albanese è Michele Cortese, maestro dell'unica pluriclasse della stessa scuola con bambini dai 7 ai 10 anni. Ci arriva dopo 40 anni di insegnamento nella giungla romana, inseguendo il sogno di una vita diversa in una piccola comunità montana. "Io questa felicità me la vado a prendere", dice pieno di entusiasmo prima di essere accolto da una tempesta di neve e da un branco di lupi. E' così che inizia la sua avventura. Ed è grazie all'aiuto di Agnese che Michele riesce a superare la sua inadeguatezza metropolitana diventando uno di loro "perché la montagna lo fa". Ma è sempre Agnese ad aprirgli gli occhi sulle difficoltà che spesso si incontrano nella vita reale di una piccola comunità, dove il diritto all'istruzione non sempre è garantito come dovrebbe e dove la rassegnazione "si mangia a morsi come la scamorza".
La scuola per Riccardo Milani -
"La scuola è tra le vere emergenze del Paese, ha perso credibilità e autorevolezza", ha detto Milani, riconoscendo l'aspetto "politico" del suo film e riportando l'esempio di Sperone, un altro paesino di "Un mondo a parte" che scompare dopo la chiusura di una scuola. "Ci siamo abituati a perdere un pezzo dopo un altro, abituarsi al peggio è la cosa più brutta che possa fare un essere umano e lo facciamo troppo spesso", ha evidenziato il regista. Per questo nel suo film Michele decide di non abituarsi e di apprendere l'arte della "restanza", la missione di restare e proteggere il territorio.
Antonio Albanese e Virginia Raffaele -
Si ride e si riflette in questa commedia sociale, cosi' come in altri film del regista, il quinto che vede Albanese come protagonista. "Lui non è mai modaiolo, non cerca un cinema di estetica e a volte un po' forzato che non amo. Il suo è un cinema che parla di esseri umani, è molto onesto e mi piace per questo", ha rimarcato l'attore. E se il sodalizio artistico con Albanese è già stato sperimentato con successo - come quello ottenuto da "Come un gatto in tangenziale" dove l'attore duetta con la moglie del regista Paola Cortellesi -, qui Milani sceglie per la prima volta Virginia Raffaele affidandole un ruolo inedito per lei dopo le "prove generali" nel film drammatico "Denti da squalo" di Davide Gentile. "Per me è stata una grandissima possibilità per costruire un personaggio tridimensionale che però mi appartiene, anche io ho un amore particolare per un sottofondo malinconico che ho molto ritrovato in questo personaggio", ha detto l'attrice, rimasta sempre a Pescasseroli per le sei settimane di riprese.
Il film "diffuso" -
E del resto è proprio la comunità a essere la vera protagonista di questo film "diffuso" sul territorio, in cui gli abitanti del posto - dai bambini agli insegnanti e al bidello, dai commercianti fino alla banda locale - si improvvisano attori. Spesso con esiti sorprendenti. E non è un caso se, per il lancio del film, Milani ha scelto proprio Pescasseroli, il paese che lo ha colpito e adottato e dove la pellicola è principalmente ambientata (Oti, Gioia dei Marsi, Barrea, Villetta Barrea e Civitella Alfedena gli altri comuni toccati). Qui sono proprio questi attori improvvisati a fare da guida, insieme allo stesso regista, tra i luoghi raccontati nel film e nel Centro Visita del Parco Nazionale d'Abruzzo, l'area che ospita animali trovati feriti o con problemi tali da non consentire loro di vivere allo stato selvatico.