Chiara, forza e determinazione sono sempre state le tue caratteristiche.
Crescere con tre fratelli maggiori ha sicuramente forgiato il mio carattere sin da bambina. Ogni attenzione è stata una conquista, tenuto conto che loro sono più grandi e soprattutto che hanno interessi ben diversi dai miei. E’ da qui che nasce il mio gusto per la sfida, per raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi.
Una solida preparazione e poi una trasferta negli States per rafforzare le competenze in ambito internazionale.
Appena laureata ho cercato l’affermazione in maniera autonoma in un Paese lontano e in un settore totalmente diverso da quello dell’impresa familiare. Volevo essere scelta e apprezzata per le mie capacità, non per ereditarietà o destino. E ce l’ho fatta, con grande soddisfazione e molti sacrifici (incluso un classico lavoro serale per arrotondare lo stipendio). Poi è arrivata la “chiamata”, o meglio le numerose chiamate da parte dei miei genitori, che mi volevano più vicina.
Un rientro in azienda con ruoli a responsabilità crescente fino a oggi, che sei il presidente: questione di DNA?
Non direi DNA: piuttosto, direi che abbiamo, insieme a mio padre e ai miei fratelli, cavalcato un’opportunità. Ero la più giovane, l’unica ad avere sia la possibilità di conoscere dall’interno tutti i reparti aziendali, sia il tempo – preziosissima risorsa! - da dedicare a una formazione interna sul campo. E poi, diciamolo: in tutte le famiglie numerose, le donne hanno da sempre rappresentato il collante, l’elemento di conciliazione e di armonia. Io l’ho solo applicato al business.
Essere donna, in famiglia e nel lavoro, può non essere facile, soprattutto se si svolgono attività di grande responsabilità.
Sono stata nominata AD a 37 anni e poco più. La più grande sfida è stata dimostrare agli stakeholder che dietro di me non c’erano mio padre o mio fratello o una qualunque altra figura maschile. Sono stati necessari nervi saldi e tanta diplomazia, ma oggi il messaggio mi sembra passato con chiarezza, e spero anche con qualche “pentito”.
Quanto conta la tua sensibilità nel tuo lavoro?
Più che sensibilità la definirei empatia, che è in fondo una caratteristica molto femminile. È la capacità di mettersi nei panni dell’altro, attitudine fondamentale per riuscire a valorizzare persone e situazioni.
Quali sono i punti di forza dell’olio Coricelli che hanno determinato il vostro grande successo?
Credo che la chiave del successo sia l’autenticità, il saper continuare a raccontare una storia italiana estremamente tradizionale utilizzando sistemi innovativi di tracciabilità e di comunicazione, riproponendo un concetto di fiducia e trasparenza che possa però parlare direttamente al consumatore. Mio nonno aveva messo il nome sull’etichetta a garanzia di qualità, io ci ho messo la faccia.
Obiettivi per il prossimo futuro.
Continuare sempre di più a dare valore al nostro pregiato olio extravergine di oliva 100% italiano, far rinascere le nostre filiere e rendere fieri i consumatori di scegliere il prodotto nazionale. È la più grande missione e devo dire di grandissima soddisfazione.
Alimentazione sana, dieta mediterranea e longevità: ormai la relazione è acclarata.
Il nostro patrimonio alimentare è unico e solido, e sappiamo ormai con certezza che la nostra è un’alimentazione nutraceutica in tutto e per tutti. Un olio extravergine di oliva di qualità è una medicina naturale che condisce ogni piatto e protegge la nostra salute, non è più un mistero.
Cosa non può mancare nella tua dispensa?
Olio 100% Italiano, passata di pomodoro 100% italiana, pasta… Insomma, una dispensa tricolore delle più classiche.
Qualcosa di tuo da condividere con i lettori di Tgcom24.
Oltre a essere un’imprenditrice, sono mamma di due bambine. Con la mia famiglia viviamo a Spoleto, a pochi passi dall’azienda: sono molto legata alla mia terra di origine e sono molto orgogliosa di poter farla conoscere attraverso l’olio. Proprio per questo motivo sono impegnata in molti progetti sul territorio per valorizzare questi luoghi meravigliosi che hanno tanto da raccontare. Nel poco tempo libero amo viaggiare, con mio marito organizziamo anche viaggi in mete lontane, ma il viaggio migliore, anche per le bambine, rimane quello zaino in spalla! Per me è fondamentale riuscire a trovare un giusto equilibrio tra il lavoro, che poi è anche la mia passione, e la sfera personale: d'altronde il lavoro più impegnativo per noi donne è proprio fare le equilibriste.