Sono oltre centinaia gli uomini che nelle ultime settimane, in Francia hanno denunciato abusi e molestie sessuali. Parte dalla testimonianza dell'attore Aurélien Wiik il movimento #MeTooGarçons, un hashtag che in poco più di un mese è diventato un contenitore di testimonianze da parte di uomini comuni, personaggi dello spettacolo e anche delle istituzioni.
La testimonianza di Wiik -
A dare il via al fenomeno è stato l’attore Aurélien Wiik, oggi 43enne, noto soprattutto per il suo ruolo nella serie Munch, che il 22 febbraio ha rivelato di aver subito abusi fra gli 11 e i 15 anni da parte del suo agente e ha invitato tutte le vittime come lui a prendere la parola con il nuovo hashtag: "I ragazzi del cinema si svegliano", ha detto incoraggiando tutti ad uscire allo scoperto. Il suo aggressore "ha fatto ad altri quello che ha fatto a me", ha detto, ma è stato condannato: "C’erano diversi ragazzi al processo. Ci sono voluti cinque anni. È possibile".
L'effetto valanga -
La testimonianza dell'attore ha spinto molti altri uomini, tra cui anche il deputato Andy Kerbrat di La France Insoumise, a raccontare online le loro esperienze di molestie, abusi e violenze usando l’hashtag #MeTooGarçons: “Non possiamo riprenderci dall’essere stati vittima, ma possiamo ripararci, piano piano, e diventare anche deputati. Ho subito abusi quando avevo 3-4 anni da un predatore, che da allora è morto, quindi senza possibilità di avere giustizia. La gente ti crede e ti ama (come è stato il mio caso grazie ai miei genitori). Otterrai grandi cose, quindi continua a esprimerti. Se puoi, vai in tribunale” ha scritto il deputato.
"Quando avevo 11 anni mio fratello maggiore mi chiese di fargli del sesso orale"; "Sono stato vittima di molestie sessuali da parte di un cugino che vedevo ogni estate"; "Il medico di famiglia mi ha toccato quando avevo 16 anni"; "Dai 9 ai 15 anni ho subito abusi da parte del mio patrigno", sono solo alcuni dei racconti pubblicati sui social network e raccolti sotto lo stesso hashtag.
La violenza maschile -
L’hashtag è soprattutto diventato l’occasione per ragionare su diversi luoghi comuni sulla sessualità maschile, come ha spiegato ad esempio su Philosophie Magazine la filosofa Olivia Gazalé, autrice di un libro, tradotto anche in italiano, intitolato "Il mito della virilità". In particolare, gli uomini vittime di violenza hanno maggiori difficoltà a farsi credere, dalla famiglia, dalla società, ma anche dalle istituzioni. Il fenomeno del #MeTooGarçons è stato anche oggetto di una lunga inchiesta sul quotidiano Libération, che ha ricordato come le principali vittime delle violenze sessuali rimangono le donne. Secondo lo studio realizzato nel 2015 dall’Istituto Nazionale di Studi Demografici (INED), una su quattro ha subito almeno una forma di violenza sessuale nella propria vita, quattro volte di più uomini. Per questi ultimi, tre quarti degli stupri e dei tentati stupri avvengono prima dei 18 anni, mentre in età adulta colpiscono soprattutto le persone omosessuali. E gli aggressori sono quasi esclusivamente uomini (90%).