Immaginate un concorso di bellezza, ma al posto di lustrini e lacca per capelli metteteci cortecce resistenti e ampie chiome verdi. Otterrete così la cerimonia che premia l’Albero Europeo dell’Anno.
Ovviamente scherziamo. L’European Tree of the Year non premia solo la bellezza, ma anche la maestosità, la storia e la resistenza ai cambiamenti in atto. Più che una competizione, è un modo per celebrare l’importanza degli alberi e la necessità di preservarli per valorizzare il patrimonio naturale del Vecchio Continente.
A vincere, durante la premiazione avvenuta al Parlamento europeo lo scorso 20 marzo, è stato il faggio romanticamente chiamato “The Heart of the Garden”, che sovrasta il giardino botanico dell’università di Breslavia in Polonia. Uno dei più giovani in concorso – ha “solo” tra i cento e duecento anni – ma sicuramente in grado di ammaliare con il suo fascino. È il terzo albero polacco a portare a casa il primo posto.
Medaglia d’argento all’altrettanto meraviglioso faggio piangente di Bayeux, in Normandia. "The Weeping Beech of Bayeux", una gigantesca pianta protetta e aiutata, anche con strutture per sostenerla, dall'amministrazione francese che se ne prende cura.
Ma sul podio c’è spazio anche per l’Italia. Al terzo posto, infatti, troviamo l’ulivo secolare "Patriarca della natura". L’albero potrebbe addirittura avere tra i 3.000 e i 4.000 anni e si trova a Luras, in Sardegna. Quasi una scultura viva fatta di legno e foglie. Un vero e proprio vecchio saggio, simbolo della resilienza delle piante e dell’adattamento della natura alle sfide del tempo.