Domenica 24 marzo alle ore 18.00 a Roma, appuntamento con “Passione 24” un’opera istantanea di Luigi Cinque con la collaborazione di Nando Citarella e Giovanna Famulari, che si terrà nel suggestivo scenario della Basilica di Santa Maria in Ara Coeli.
Un progetto concepito come una preghiera religiosa e laica, in un appuntamento di pace per la Domenica delle Palme, scritto e diretto dallo stesso Luigi Cinque, con la collaborazione di Nando Citarella e Giovanna Famulari, con il film e ambient sound curato da Maurizio Malabruzzi.
© Tgcom24
Parteciperanno grandi solisti del jazz e della musica contemporanea come Greta Panettieri, Urna Chahar-Tugchi, Roberto Ottaviano, Luigi Cinque e Marco Colonna si uniranno a cori, ensemble e danza flamenca più radicati nella tradizione mediterranea.
L’interno preziosissimo della Basilica di Santa Maria in Ara Coeli, sarà animato dal coro della confraternita Su Rosariu di Santulussurgiu, dai Lamentatori di Montedoro (Enna), dai Canti devozionali della Passione dell’Agro Nocerino Sarnese con Enzo Romano, Laura Paolillo e le loro tammorre, dalla danza rituale “sevillana” di Elena “La nena” Busatto, dalla RusticaXBand di Pasquale Innarella e da solisti come: Roberto Ottaviano, Marco Colonna, Giovanna Famulari, Peppe Caporello, Fernando Fera, Giampaolo Ascolese e le voci straordinarie blues, liriche e sciamaniche di Greta Panettieri, Urna Chahar Tugchi e Nando Citarella con la danza flamenca e rituale “sevillana” di Elena “La nena” Busatto.
Luigi Cinque, gradito ospite a "Popular", crede fermamente nel ruolo della musica come strumento di dialogo.
La musica ha sempre espletato questo ruolo, dice Luigi Cinque, anche quando non esisteva ancora un "mercato discografico" e la musica nasceva da un contesto popolare, quindi dalla comunità. La musica ha molte facce e riesce a comunicare con tutti.
Già dai primi anni ‘2000, ho partecipato a molti eventi di questo genere interetnici, con scambi culturali sempre interessantissimi.
Ho avuto l’onore di proporre al pubblico una musica che veicolava un messaggio di pace, portandola per tutto il Mediterraneo, come nel caso della “Cantata per la pace”, uno spettacolo itinerante che ci ha portati a suonare in molte città che si affacciano sul Mediterraneo, sempre con un grande riscontro da parte del pubblico.
Partendo da Palermo, poi andando a Tangeri, ad Istambul e al Cairo, ci ha consentito di far dialogare musiche e culture, che in quel momento erano in contrapposizione.
Dialogare con altri musicisti è per lei fondamentale
Si, una cosa che mi accompagna fin dai tempi del Canzoniere del Lazio, oggi ho la fortuna di avere collaboratori come la violoncellista Giovanna Famulari o il cantante Fabio Citarella, entrambi molto ancorati alla musica popolare.
Nel concerto che faremo a Roma elementi arcaici, come il coro della confraternita Su Rosariu di Santulussurgiu, o quello dei Lamentatori di Montedoro (Enna), dai Canti devozionali della Passione dell’Agro Nocerino Sarnese, si fonderanno con elementi moderni e solisti jazz di prima grandezza, come: il sassofonista Roberto Ottaviano, Greta Panettieri, il polistrumentista Marco Colonna e molti altri.
Rispetto al passato cambiano i tempi, ma l’obiettivo è lo stesso: far suonare insieme musicisti di formazione differente, per far capire alla gente che il dialogo sulla scena è anche quello che può avvenire nella vita di tutti i giorni.
La Basilica di Santa Maria in Ara Coeli un luogo bellissimo….
Indubbiamente è uno dei posti più belli di Roma, ideale per portare al pubblico il nostro messaggio di pace attraverso musiche di diversi generi, che però hanno un obiettivo comune: la ricerca del dialogo e della pace che non è una posizione ideologica, ma quello che dovrebbe essere lo scopo di ognuno di noi.
Siamo particolarmente felici di questo evento, che si svolge grazie all’aiuto dei Frati Francescani, nella domenica che precede l’inizio della Settimana Santa.
Cosa la motiva di più nella sua attività di musicista e ricercatore?
Ho una passione che mi ha consentito di fare il mio lavoro al meglio.
Suonare con tanti musicisti diversi mi ha aiutato a superare i momenti difficili e a capire che ciò che facciamo è un piccolo umilissimo passo, per contribuire ad una condizione umana migliore.
La musica del passato non è solo attuale ma ci proietta nel futuro, il nostro concerto è un “rito” che è costato molta fatica, ma anche grande soddisfazione, perché siamo consci del fatto che la vita senza la musica non sarebbe nulla.
Ai nostri concerti ha sempre partecipato moltissima gente che apprezza ciò che facciamo.
Siamo musicisti che, dialogando con culture differenti, ne hanno pieno rispetto.
La gente ci ha dimostrato affetto e di questo siamo molto contenti.
Il concerto di domenica è parte del Festival Roots - le radici del contemporaneo, progetto vincitore dell’Avviso Pubblico “Raccolta di proposte progettuali per la realizzazione di eventi, manifestazioni, iniziative e progetti di interesse per l’Amministrazione capitolina di rilevanza cittadina” promosso da Roma Capitale in collaborazione Zètema Progetto Cultura.