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Cultura dell’acqua: non la coltiviamo abbastanza

In media, quasi 1 italiano su 2 non conosce le problematiche emergenti delle risorse idriche e dell’impatto che il clima e l’inquinamento possono avere sull’acqua potabile

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Un bene prezioso, ma di cui non ci prendiamo abbastanza cura. Per questo la Giornata Mondiale dell’Acqua, che si celebra ogni 22 marzo, è un’opportunità per tornare a riflettere sull'importanza cruciale di questa risorsa per il nostro futuro.

È un invito a considerare le sfide globali legate all'accesso all'acqua potabile e alla sua gestione sostenibile: attualmente 2,2 miliardi di persone nel mondo non dispongono di un servizio idrico adeguato, evidenziando la disuguaglianza nell'accesso a questa risorsa vitale.

Problematiche spesso ignorate. Come ha evidenziato una ricerca condotta a livello globale da Toluna per Culligan, esperto mondiale nel settore del trattamento dell’acqua, in media quasi 1 italiano su 2 non conosce le problematiche emergenti delle risorse idriche e dell’impatto che il clima e l’inquinamento possono avere sull’acqua potabile. Le prospettive non sono rassicuranti in quanto il divario di conoscenza su questa tematica è peggiorato rispetto al 2021.

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In Europa, la situazione non è migliore: la ricerca evidenzia una preoccupante perdita di consapevolezza riguardo all'acqua negli ultimi tre anni. Aree cruciali, come la conoscenza di PFAS e microplastiche e della loro potenziale presenza anche nell’acqua in bottiglia, oppure dei benefici dell'acqua addolcita nella gestione e manutenzione della casa, risultano particolarmente poco conosciute con una percentuale rispettivamente del 53%, 36%, e 47%.

Questo scarso livello di conoscenza solleva gravi preoccupazioni riguardo ai potenziali rischi per la salute umana. Sebbene il 50% dei partecipanti italiani si dimostri allarmato per l'inquinamento dell'acqua da bere, tanto in ambito domestico quanto nel fuori casa, in Europa la maggior parte del campione mostra una mancanza di sensibilità su tali questioni (51%), il 44% dimostra preoccupazione e il restante 5% è totalmente indifferente e non informato sul tema.

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