Alle prime ore di questa mattina, a Napoli, la polizia di Stato e la polizia Penitenziaria, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno eseguito ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di complessivi 30 destinatari, dopo aver scoperto che telefoni e droga venivano introdotti illecitamente in carcere. Gli arrestati sono a vario titolo gravemente indiziati di associazione di tipo mafioso, estorsioni, traffico di stupefacenti, detenzione di armi da fuoco e accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti.
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Le guardie carcerarie coinvolte sono quelle di Frosinone, Napoli - Secondigliano, Cosenza, Siracusa, Lanciano, Augusta, Catania, Terni, Rovigo, Caltanissetta, Roma-Rebibbia, Avellino, Trapani, Benevento, Melfi, Asti, Saluzzo, Viterbo e Sulmona.
La sparatoria nel carcere di Frosinone -
La prima inchiesta, che ha portato all'esecuzione di 20 misure cautelari, è partita quando nel settembre del 2021 all'interno del carcere di Frosinone ci fu una sparatoria: obiettivo era un detenuto che era entrato in contrasto con altri reclusi.
Le indagini a Napoli -
Precedentemente, nell'aprile dello stesso anno, furono rinvenuti alcuni cellulari nel carcere di Secondigliano. Nella sparatoria di Frosinone alcuni protagonisti erano campani: per questo motivo la squadra mobile della città laziale, diretta da Flavio Genovesi, indirizzò le indagini verso Napoli. Sulla vicenda ha indagato anche il Servizio Centrale Operativo della polizia di Stato, il Nic della polizia penitenziaria mentre è toccato al Reparto Indagine Tecniche del Ros dei carabinieri "tracciare" i percorsi effettuati dai droni per i rifornimenti.
Armi e dispositivi in carcere -
Nella seconda inchiesta ha Squadra Mobile di Napoli ha dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 11 destinatari, ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsioni, traffico di stupefacenti, detenzione di armi e uso di dispositivi di comunicazioni in carcere.
L'omicidio di un giovanissimo aspirante pizzaiolo -
e Le indagini sono state avviate dalla polizia il 20 marzo 2023 a seguito sull'omicidio, avvenuto a Napoli, di Francesco Pio Maimone (un tranquillo e onesto aspirante pizzaiolo di 18 anni ucciso da una pallottola vagante nella zona di Mergellina mentre si stava godendo un momento di relax) e per il quale è stato fermato Francesco Pio Valda. E indagando sul gruppo dei Valda (Francesco Pio Valda è il figlio di Ciro del clan Cuccaro di Barra, vittima nel 2013 di un agguato di camorra a seguito di una faida interna al clan) gli inquirenti hanno accertato varie interlocuzioni dal carcere. Alcuni detenuti - secondo gli investigatori - riuscivano a comunicare con persone libere, impartendo disposizioni di vario genere attraverso smartphone illecitamente detenuti nella struttura carceraria.