Davide Fontana ha agito con "intento vendicativo" e con modalità che rivelano "brutale violenza di genere": Carol Maltesi è stata uccisa "per un costante filo rosso, quasi un denominatore comune di delitti omologhi e della stessa indole: perché non era un uomo, ma una donna". È quanto si legge nelle 96 pagine delle motivazioni della Corte d'Appello di Milano, depositate dopo la sentenza nei confronti del bancario di 45 anni, accusato di aver ucciso la ex fidanzata Carol Maltesi, l'11 gennaio del 2022 a Rescaldina, in provincia di Milano.
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Le motivazioni della Corte d'Appello -
Fontana è stato condannato all'ergastolo in Appello dopo la condanna a 30 anni in primo grado. "L'imputato - si legge nel testo - non ha mai avuto difficoltà nel rappresentarsi che l'ostacolo alla prosecuzione dell'amicizia con Carol Maltesi non era la sua professione", ma il fatto che la 26enne avesse allacciato una nuova storia con un altro uomo. I giudici hanno riconosciuto e confermato le aggravanti della "crudeltà" e della "premeditazione", escluse in primo grado. Lo scorso 21 febbraio, la Corte d'assise d'appello ha condannato all'ergastolo Davide Fontana per l'omicidio della 26enne. Il bancario 44enne di Milano l'11 gennaio 2022 uccise a Rescaldina la 26enne, con la quale aveva avuto una relazione: 13 martellate e una coltellata con la donna legata. Carol era stata imbavagliata con lo scotch e incappucciata mentre i due filmavano un video hard, che lui stesso le aveva commissionato attraverso un finto profilo social per venderlo su una piattaforma online di contenuti pornografici.
Premeditazione e crudeltà -
La Corte, presieduta dalla giudice Ivana Caputo, aveva accolto il ricorso del sostituto procuratore generale di Milano, Massimo Gaballo, e riformato la sentenza di primo grado della Corte d'assise di Busto Arsizio che il 12 giugno 2023 lo aveva condannato a 30 anni per omicidio, soppressione e occultamento di cadavere, escludendo però le aggravanti più pesanti ed evitandogli la pena del carcere a vita. Le motivazioni del primo verdetto suscitarono polemiche, in particolare per il passaggio in cui Carol Maltesi veniva definita "disinibita". Nei giorni scorsi i giudici hanno riconosciuto che l'omicidio fu premeditato e commesso con crudeltà. Con la sentenza la Corte ha stabilito un risarcimento di 168mila euro per la madre della vittima e una provvisionale da 180mila euro per il figlio di 7 anni di Carol, parti civili coi legali Anna Maria Rago e Manuela Scalia.
Il delitto -
Il corpo fatto a pezzi di Carol Maltesi fu rinvenuto in sacchi neri dell'immondizia, per cercare di dare un nome a quel corpo, i carabinieri aveva diffuso una descrizione di alcuni dettagli che potessero contribuire a identificare ciò che restava del corpo. Fontana, infatti, il giorno successivo all'omicidio, comprò un'accetta e un seghetto per fare a pezzi il cadavere della 26enne. L'uomo tentò di bruciarla e di togliere i lembi di pelle con i tatuaggi riconoscibili e nascose il corpo depezzato, dopo averlo congelato in un freezer acquistato online all'interno di 5 sacchi neri.