"La tolleranza per le proteste ha portato al terrorismo". Lo dice il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida dopo le proteste all'università Federico II di Napoli, dove era in programma un dibattito, poi saltato, con il direttore di "Repubblica" Maurizio Molinari. "La tolleranza del passato verso questi episodi - spiega - ha poi" determinato "il terrorismo e il suo rafforzamento fino all'episodio di Aldo Moro che, con il suo sacrificio, creò un allarme democratico talmente ampio che ci permise di sconfiggere quel fenomeno brutale che è l'eversione e il terrorismo". Le parole del ministro arrivano proprio nel 46esimo anniversario del rapimento del presidente della Democrazia cristiana.
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Quarantasei anni fa la strage di via Fani -
Nel 1978 le Br sequestrarono Aldo Moro e uccisero gli uomini della sua scorta, i due carabinieri a bordo dell'auto di Moro Oreste Leonardi e Domenico Ricci, e i tre poliziotti che viaggiavano sul veicolo di scorta, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Franceso Zizzi.
"Confronto e squadrismo" -
Ricordando la strage di via Fani, Lollobrigida ha quindi sottolineato, in relazione alle proteste: "Al direttore Maurizio Molinari è stato impedito di parlare all'interno di un'università che per definizione dovrebbe essere il luogo del confronto e della libertà. Purtroppo è accaduto tante altre volte e accade quando c'è un orientamento diverso dagli squadristi rossi dei centri sociali".
"Il sequestro Aldo Moro - ha poi osservato ancora il ministro - fu uno degli episodi più gravi della nostra storia, ma risvegliò le coscienze. Il rapimento Moro cambiò la prospettiva e l'approccio ad alcune dinamiche, fece comprendere che il terrorismo colpiva lo Stato e che tutti dovevano creare anticorpi saldi per il sistema democratico".