Per quasi la metà degli studenti di quinto superiore italiani, l’ultimo anno di scuola sarà privo dei due momenti ludico-ricreativi più iconici: il viaggio di istruzione, magari all’estero, e i festeggiamenti in occasione dei “100 giorni” all’esame di Maturità. Partiamo proprio da questi ultimi, che nel 2024 cadono l’11 marzo: è poco più di 1 maturando su 2 ad aver organizzato qualcosa per fissare nella propria memoria questa ricorrenza, che segna l’inizio del conto alla rovescia in vista della prova di giugno. Senza, peraltro, strafare. A dirlo è un sondaggio di Skuola.net, costruito raccogliendo il parere di 1.000 alunni dell’ultimo anno delle superiori.
Cosa porta a festeggiare? Soprattutto, guarda caso, la voglia di perpetuare la tradizione. La fetta più grande di chi ha risposto in maniera affermativa (71%) lo fa, infatti, perché crede che i “100 giorni” vadano celebrati a prescindere. A cui si aggiunge un 13% che partecipa solo perché “trascinato” dai compagni di classe. Gli altri, invece, semplicemente approfittano del pretesto per svagarsi un po’.
I riti collettivi perdono il fascino di un tempo
Rispetto ad alcuni anni fa, però, sembrano perdere appeal i riti collettivi che vedono radunarsi schiere di maturandi in luoghi strategici, per fare tutti assieme dei riti propiziatori. Come a Pisa, per il tocco della lucertola della cattedrale di Piazza dei Miracoli o per i cento giri attorno alla Torre. O come al santuario di San Gabriele dell'Addolorata, vicino Teramo, per la benedizione delle penne. O, ancora, andando al mare per scrivere sulla sabbia il voto sperato. Ormai solo il 5% si mette in cammino verso queste mete.
E allora come si festeggia, soprattutto? I più - così dicono 2 su 3 - fanno l’immortale festa o cena collettiva fuori dall’orario scolastico, magari coinvolgendo i professori. Un folto gruppo (18%) fa un giro per le strade del centro o si riverserà in luoghi di ritrovo della propria città. Un altro 5% fa una festa a scuola.
Ma gli esami, nella testa di molti altri studenti, sono ormai alle porte. Così alla schiera dei festeggianti mancherà qualche pezzo proprio a causa dell’ansia da Maturità. Tra quanti affrontano quello dei “100 giorni” volutamente come un giorno uguale agli altri - è quasi il 40% degli intervistati, mentre circa 1 su 10 non sapeva dell’esistenza di questa tradizione - un quarto abbondante (26%) rinuncia perché si sta già concentrando sulle ultime verifiche o addirittura sul ripasso.
Anche l'iconico viaggio di quinto spesso e volentieri salta
Per motivi differenti - difficoltà economiche, assenza di professori disponibili, questioni disciplinari - una quota simile dovrà privarsi, probabilmente meno di buon grado, di un altro momento chiave per i maturandi: il viaggio di quinto. Il 45% degli intervistati sembra infatti destinato a doverne fare a meno, perché non può aderire alla proposta (ammesso che ci sia) della scuola oppure perché al momento non è stato pianificato nulla.
Il 55%, comunque, è già riuscito o riuscirà a lasciare i banchi per qualche giorno. Verso dove? Per la maggior parte, circa due terzi (66%), la meta sarà o è stata una delle classiche destinazioni estere (capitali europee o località turistiche di vario genere). Quasi un quinto (17%) rimarrà o è rimasto in Italia, spostandosi verso mete a media-lunga distanza, in particolare città d’arte. Per altrettanti (16%), infine, lo spostamento sarà o è stato abbastanza breve, restando all'interno della propria regione o al massimo sconfinando in quelle vicine.