VOLTO STORICO DI "STRISCIA LA NOTIZIA"

Dario Ballantini festeggia 40 anni di carriera: "Il colpo di genio di Antonio Ricci? Portare i personaggi in strada"

Lo storico imitatore di "Striscia la Notizia", dal 9 marzo a teatro con "Da Balla a Dalla", racconta a Tgcom24 i suoi 40 anni di carriera

di Laura Lesquier

© Ufficio stampa

Dario Ballantini è un talento che travalica qualsiasi definizione: imitatore, attore, comico, pittore e molto altro ancora. E per festeggiare i suoi 40 anni di carriera non poteva che scegliere il teatro: dal 9 marzo sarà infatti in scena con "Da Balla a Dalla", spettacolo decennale dedicato al suo amico Lucio. Nel 2024 celebra anche i suoi 30 anni a "Striscia la Notizia e a Tgcom24" svela: "Il colpo di genio di Ricci? Portare i personaggi in strada".

© Tgcom24

Dario Ballantini celebra quest’anno i suoi primi 40 anni di una carriera difficile da etichettare. Tra i suoi numerosi talenti quello di pittore post espressionista, scultore, attore per il cinema per la televisione e per il teatro, conduttore radiofonico, cantante e inimitabile trasformista. A Tgcom24 ha parlato dei suoi esordi a "Striscia la Notizia" e dei suoi progetti presenti e futuri nel campo della cultura.

Quarant'anni di carriera, di cui 30 a "Striscia la Notizia". Cosa ricordi degli esordi?
Degli esordi mi ricordo la difficoltà e la sua sfida di farmi fare l'imitazione di Dario Fo addirittura usando il grammelot. Una cosa difficile che non tutti capirono. Come successe anche con il primo Ignazio La Russa, che facevamo uscire dal fuoco. Era grottesco, sembrava un demone. Fu un inizio grottesco.

Quando è cambiata la situazione, c'è stato un momento di svolta?
Pian piano la situazione si sciolse e tanti anni dopo arrivò la svolta con l'imitazione in strada, un colpo di genio di Antonio Ricci e degli autori. Valentino sdoganò tutti gli altri, una volta portati in strada anche gli altri ebbero successo: Vasco Rossi, Gino Paoli e tutti gli altri. Era la prima volta che si sperimentava in strada un personaggio teatrale, tutto truccato e vestito. Non l'aveva mai fatto nessuno e devo dire che nemmeno dopo di me in molti l'hanno fatto. Gli attori e i comici non hanno la propensione a farlo. 

C'è qualche personaggio a cui sei rimasto particolarmente legato negli anni?
Oltre a Valentino direi Gino Paoli, perfino suo figlio mi ha scambiato per lui e anche Vasco, che si è appassionato dei miei quadri. Sono quelli più legati ai miei gusti

C'è qualcuno che se l'è presa più di altri per una tua imitazione?
Ci fu la volta in cui io e Alvaro Vitali facemmo Re Vittorio Emanuele con la moglie. Ci fu una specie di diffida. Per il resto hanno dovuto subire o anzi in molti caso hanno cavalcato la situazione. Perché alla fine la tv amplifica anche la notorietà e per come sono adesso i personaggi politici, preferiscono moltiplicare le imitazioni televisive che non essere notati.

Il 9 marzo sei al Teatro Manzoni di Busto Arsizio con "Da Balla a Dalla". Qual è stato il tuo legame con Lucio?
Tra noi c'è stato un lungo rapporto di affetto, che si è tramutato in amicizia. E' diventato un ammiratore dei miei quadri, tanto da farmi il regalo di venire a cantare per me alla mostra per i miei 25 anni di carriera nel 2008, alla Biennale. Questa storia andava raccontata. Lo imito e lo conosco alla perfezione, ma è un omaggio alla sua carriera che riservo solo al teatro.

Lo spettacolo è in scena dal 2014, come si è modificato nel tempo?
Ho cercato di renderlo ancora più accattivante. Quest'anno sarò in scena con una nuova band ma non solo. Ci saranno anche opere di videoarte sulle sue canzoni e alcuni suoi vecchi filmati. Poi ho inserito mia figlia Ilaria, che interpreta una figura speciale. Come se apparisse Dalla in penombra durante lo spettacolo.

Stai portando in giro anche uno spettacolo su Ettore Petrolini
Sì, il 14-15 marzo sarò a Castelfranco Veneto con uno spettacolo su cui ho lavorato molto, un omaggio al grande Ettore Petrolini

E a Firenze è in corso la tua mostra "Enigmi Esistenziali", che messaggio vuoi lanciare con le tue opere?
Le mie opere parlano sempre della stessa cosa. Indago l'essere umano in maniera viscerale e totalmente istintiva, non sono studiate per dire qualcosa. E' l'essere umano alla ricerca della vita.
 

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