INTERVISTA CON TGCOM24

Rose Villain nel giardino dei ciliegi: "L'amore della gente mi ha fatto fiorire"

La cantante milanese ha pubblicato il suo secondo album "Radio Sakura"

di Massimo Longoni

© Marcello Dino Junior

E' stata tra i protagonisti del Festival di Sanremo 2024 dove ha portato "Click Boom!". Ora Rose Villain pubblica "Radio Sakura", il suo secondo album, che ne presenta un'immagine in parte nuova e la proietta verso un 2024 che si prospetta per lei importante, con un tour nei club in autunno e un appuntamento di prestigio come quello di artista cui toccherà aprire i quattro concerti dei Coldplay all'Olimpico di Roma a luglio. 

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Per Rose Villain l'uscita di questo disco arriva al termine di un anno per lei straordinario, che è passato attraverso due Festival di Sanremo (il primo come ospite nella serata dei duetti, il secondo in gara), la pubblicazione del primo album "Radio Gotham" e un singolo di estivo di successo come "Fragole" insieme ad Achille Lauro. Insomma Rose (il cui vero nome è Rosa Luini - ndr) è lanciatissima e forse anche in questi nuovi orizzonti che le si spalancano davanti bisogna ricercare il senso del cambio di atmosfere da quelle dark di "Radio Gotham" a quelle (in parte) solari di "Radio Sakura" (sakura in giapponese è il bocciolo di ciliegio). "A cambiare tutto è stata la connessione con la gente - spiega lei -. Il primo disco esplorava tante parti oscure del mio essere, della mia vita, però c'era tanta frustrazione. Mi ero messa nudo e quando ti mostri fragili la gente volendo può schiacciarti perché sei indifesa. Invece dall'altra parte ho trovato amore e comprensione, come se le mie storie fossero le storie un po' di tutti. Questo mi ha dato grande fiducia in me stessa. Inoltre in 'Radio Sakura' c'è la speranza".

Il disco si apre con il brano "Hattori Hanzo", in cui c'è Madame. Che rapporto hai con lei?

Intanto c'è una grandissima stima, io la amo, è una artista che sa quello che vuole, non ha paura di dire niente e anch'io voglio essere così. E lei ci siamo conosciute nell'ultimo periodo, abbiamo parlato tanto di musica, di arte, di donne ed è nato prima questo rapporto tra di noi, prima di questa canzone. "Hattori Hanzo" non è il manifesto del femminismo, è semplicemente la canzone di due artiste che si stimano e che spaccano insieme.

"Hattori Hanzo" è un riferimento a un personaggio di "Kill Bill" di Quentin Tarantino, un forgiatore di spade, e in copertina dell'album tu appari di spalle con un mano una katana: qual è il lato più tagliente del tuo carattere?

E' la gentilezza, perché la gente non se l'aspetta. In realtà io sono molto gentile e quella è la mia arma più tagliente.

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In "Brutti pensieri" elenchi svariati modi per suicidarti, poi cambi sempre idea perché pensi a come reagirebbe qualcun altro. Credi che la salvezza dai momenti di crisi sia nelle mani degli altri?

Intanto credo fermamente nella terapia e quindi chiaramente chiedere aiuto per me è sempre la cosa migliore. Non avrei mai fatto questo pezzo se non ci fosse stato thasup. Io tenevo troppo al fatto che questo pezzo fosse un'unione di qualcosa, cioè due persone insieme. In quanto al significato del brano, alla fine sventare tutti questi modi di togliersi la vita con delle ragioni che in fondo sono delle cazzate è molto positivo, significa che in realtà uno non lo pensa davvero. Però a tutti capita di avere pensieri un po' autodistruttivi. Speriamo che tanti si ritrovino in questa canzone ma che sentano una coccola.

Nelle tue canzoni ci sono molti riferimenti alla tua vita vissuta ma anche ad altre forme d'arte come fumetti, cinema, letteratura. Come si costruisce il mondo di Rose Villain?

Ho sempre ascoltato tantissima musica però sono molto attratta da tantissime, da tutte le forme d'arte, in particolare quelle un po' contrastanti, dove c'è qualcosa che mi tocchi e forse anche turbi. Capita per i libri che leggo, o per il cinema: sono una grande fan di Quentin Tarantino e David Fincher, dei thriller psicologici, dove c'è sempre una realizzazione, un cambio, una scoperta. Sono tutte cose che mi danno un po' di adrenalina. L'arte secondo me è proprio il mezzo per combattere la routine, la noia, tutte quelle cose dove noi ci incaselliamo, cioè, guarda che cosa abbiamo, abbiamo una cosa trascendentale, quasi spirituale per me e noi dovremmo essere più religiosi.

A tal proposito, in "Trasparente" canti "non mi fido di Dio": che rapporto hai con la religione?

Non sono credente nel senso stretto di andare in chiesa o cose così, però mi sono accadute cose nella vita che hanno troppo dello spirituale. Io non posso vivere la mia vita, amare e fare tutto quello che faccio pensando che sia fine se stesso. E ho avuto delle prove tangibili strane di cose che sono successe quindi dico "vabbè, allora qualcosa c'è!". Però di Dio... non so se mi fido.

Perché "in un giallo saresti Poirot" come canti in "Huh?"?

Ho studiato criminologia e ho questa grande passione per l'investigazione, fin da piccola. Secondo me è una cosa proprio di  curiosità, quella curiosità di bambino e della ricerca della sorpresa che mi tengo stretta. E poi Poirot è il detective dei detective, come riferimento mi sembrava proprio figo. 

Nell'album dedichi una canzone alla tua città, "Milano almeno tu", dove canti addirittura due versi in milanese e dalla quale emergono sentimenti contrastanti. Mi dici una cosa che ami di Milano e una che odi?

A parte il legame dato dal fatto di esserci nata, di Milano amo quei momenti in cui è vuota: magari domenica all'alba o a notte tardi durante la settimana. Sembra che parli, che abbia un suo pensiero, che in qualche modo riesca comunicarti la nostalgia e aiuta a capirti. Quello che odio sono i ricordi dolorosi legati a questa città, tante cose che mi hanno spezzato il cuore, dalla morte di mia madre alla prima sofferenza d'amore: è il set cinematografico delle mie disgrazie.

Per te quali sono il momento e la situazione migliore per scrivere?

Se mi date un foglio e mi lasciate sola scrivo una canzone facilmente. Sono veramente fortunata, riesco sempre ad andare ad attingere a qualcosa che mi piace. Poi per dare una forma ho bisogno di farlo con un producer, che poi nel mio caso è Sixpm (suo marito - ndr) con un cui siamo super in linea. Però ho sempre qualcosa da raccontare, anche perché poi a me piace tanto il cinema, leggo tanti libri, quindi se non è esattamente la mia storia vado comunque a pescare qualcosa, la rigiro e in qualche modo me la sento addosso. Però mi piace anche avere dei periodi in cui decido di "vivere e scrivere". Per esempio questo disco è nato tutto a New York nell'arco di un mese, dove ho scritto le 12 canzoni dell'album tra un'uscita al cinema, una visita al museo e un giro per la città.

Per te cosa significa scrivere una canzone?

Il bello di scrivere canzoni è che un po' come un diario di me stessa, mi costringe ad andare a scavare, mi sfida a tirare fuori dei nuovi lati di me. E' un po' come la psicanalisi. 

In questo anno la tua popolarità è molto cresciuta, come ti trovi in questa nuova dimensione?

Giuro di non avere alcuna percezione della mia popolarità, del mio successo e di questo sono felice. Oltretutto io sono una persona che non è mai soddisfatta di se stessa e sentire di non essere arrivati e di poter far sempre meglio è una cosa positiva. Mi sento sempre in continua evoluzione, sto già pensando al prossimo progetto per cui ho già un sacco di idee. Al punto che il rischio è quello di non riuscire a godersi il presente. Di certo ancora fatico a credere che vivo e guadagno dei soldi facendo la cosa che amo di più al mondo. Credo sia il sogno di chiunque e questo capisco sia un grande successo. 

ROSE VILLAIN LIVE NEI CLUB: LE DATE DEL TOUR

17 ottobre 2024 – FIRENZE – Viper Theatre

18 ottobre 2024 – PADOVA – Hall

25 ottobre 2024 – NAPOLI  – Casa della Musica

29 ottobre 2024 – MILANO – Fabrique