Torna all’Allianz MiCo di Milano dal 9 all’11 marzo Identità Milano. "Non c’è innovazione senza disobbedienza: la rivoluzione oggi" è il tema che accompagnerà l’edizione 2024, che si appresta a essere un’edizione ricca di sorprese, di curiosità e di nuovi spunti di riflessione e dialogo. Sui diversi palchi saliranno 155 relatori dall’Italia e dal mondo che si avvicenderanno in più di 85 masterclass articolate in 10 approfondimenti tematici con un impegno importante: dare appuntamento a Milano a tanti grandi protagonisti del mondo gastronomico e della comunicazione.
Identità Milano 2024 conferma il proprio impegno nell’offrire uno spazio alle idee e ai dibattiti ad ampio spettro coinvolgendo grandi chef, pizzaioli, mixologist, maestri dell’ospitalità, artigiani, produttori, ma anche esponenti del mondo della cultura, dell’economia e della televisione, chiamati a confrontarsi con la realtà che ci circonda e a diventarne parte attiva. L’obiettivo è quello di abbandonare l'atteggiamento passivo di subire gli eventi per affrontarli direttamente in ogni ambito della ristorazione, dalla sala alla cucina, dai rapporti umani e professionali alle nuove modalità di organizzazione e comunicazione, fino alla gestione della carta dei vini e del commercio online.
Paolo Marchi: "La disobbedienza mostra il valore della libertà di scegliere" -
“Mai come quest’anno il tema di Identità Golose è stato fatto proprio da ogni relatore - spiega Paolo Marchi, assieme a Claudio Ceroni fondatore di Indentità Golose -. Tutti a raccontare la disobbedienza che ha cambiato la loro vita, il momento che ha fatto scoccare la scintilla che lascia il segno. In genere il primo no tanti lo hanno detto ai loro genitori che avevano tracciato percorsi ben precisi per i loro figli, rendendosi non sempre conto che la libertà di scegliere è un valore assoluto e vale anche all’interno delle mura casalinghe".
Claudio Ceroni: "La mia disobbedienza? Fondare Identità Golose" -
"La mia più grande disobbedienza è stata fondare Identità Golose quasi vent'anni fa insieme a Paolo Marchi - commenta Claudio Ceroni -. Un congresso che fin dall’inizio parlava di innovazione e non si limitava a celebrare il conosciuto e il consueto. Qualcosa che non esisteva, sulla cui durata molti non avrebbero scommesso, e oggi rappresenta una delle realtà internazionali più importanti. Innovare in cucina sembrava a molti una moda e oggi appare oltre ogni evidenza una necessità per il rilancio della ristorazione nel mondo. Un bisogno di confronto e convivialità indispensabile in un momento storico in cui tante sicurezze date per scontate, dalla salute alla pace alle forme tradizionali del lavoro, sono andate in frantumi".