"È molto provato dalla situazione, non finge". In diretta dal tribunale di Milano, l’inviata di "Mattino Cinque News" intervista Samanta Barbaglia, l'avvocato di Alessandro Impagnatiello, a processo per l'omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, 29enne incinta al settimo mese, uccisa con 37 coltellate.
"Si vede chiaramente dalla sua faccia la sua situazione interiore", continua il legale, aprendo alla richiesta di una perizia psichiatrica. "Saranno sentiti i nostri consulenti, lo psichiatra e la psicologa, che daranno l'esito del loro lavoro. Da lì verranno fatte alcune valutazioni, che sottoporremo all'esame della corte".
Il processo a carico del 30enne è iniziato lo scorso 18 gennaio davanti alla Corte d'Assise di Milano, presieduta dal giudice Antonella Bertoja. Impagnatiello è accusato di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, futili motivi e rapporto di convivenza, oltre che dei reati di interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere.
Durante la prima udienza, il giovane è scoppiato in lacrime e ha chiesto scusa alla famiglia della vittima. "Sono stato preso da qualcosa che risulterà sempre inspiegabile e da una grande disumanità. Ero sconvolto e perso. Quel giorno ho distrutto il bambino che ero pronto ad accogliere", ha raccontato, sottolineando di essere morto anche lui assieme alla fidanzata.
La famiglia della giovane vittima, attraverso la sorella di questa, non ha accettato le scuse: "Sono una presa in giro".