AGLI ARCIMBOLDI DI MILANO

Jean Paul Gaultier, l'enfant terrible della moda porta sul palco la sua vita

"Fashion Freak show" in scena al Teatro degli Arcimboldi di Milano dal 7 al 24 marzo 

di Santo Pirrotta

© IPA

Quando a gennaio 2020 Jean Paul Gaultier diede l'addio alla moda disse che il meglio doveva ancora venire. Perché il celebre couturier non ha mai smesso di creare, ed eccolo pronto ad affrontare una nuova sfida e a scrivere una nuova pagina della sua storia con "Fashion Freak Show" al Teatro degli Arcimboldi di Milano dal 7 al 24 marzo. L'enfant terrible della moda - nelle vesti di autore, regista e costumista - ripercorre a teatro le tappe più importanti della sua carriera, dagli esordi al successo, senza trascurare la sua infanzia. "Ho fatto moda per cinquant'anni, ma ho pensato che fosse arrivato il momento di dare vita al mio spettacolo", ha spiegato lo stilista.

© Tgcom24

L'omaggio all'Italia -

 Lo show ha già debuttato al Folies Bergère nel 2019 ed è stato riadattato per il Roundhouse di Londra nel 2022. Ma riparte dall'Italia, senza il nostro Pese, per sua stessa ammissione, Jean Paul Gautier non avrebbe mai fatto lo stilista, o comunque non avrebbe avuto il successo che ha avuto: lo show è più che una dedica per il paese dove ha trovato chi, all'inizio della sua carriera, ha creduto in lui tanto da produrlo. Milano è l'unica tappa italiana di una produzione che unisce rivista, concerto pop e sfilata e che dopo approderà a Barcellona.

Lo show tra ballerini e star -

 Oltre 20 i performer sul palco, tra ballerini e artisti circensi, dominato da un gigantesco videowall, dove scorrono le storie di guest star come l'attrice Rossy de Palma, che interpreta l'implacabile maestra del giovane Gaultier, che nutre segrete fantasie di moda, o Catherine Deneuve, che legge gli isterici nomi che Gaultier dava alle creazioni della sua favolosa sfilata di alta moda maschile dei primi anni Novanta.

Il racconto dell'infanzia e degli inizi -

 Jean Paul Gaultier apre lo scrigno dei ricordi a partire dall'infanzia: "Da ragazzino non giocavo a calcio ero un figlio unico abbastanza timido e passavo il tempo a sfogliare le riviste di moda, non ero esattamente il migliore amico da avere". A folgorarlo è stato un film del 1945, "Falbalas" di Jacques Becker: "L'ho visto a 13 anni e mi sono detto: 'è questo che voglio fare'... poi, a 18 anni ho iniziato a lavorare con Pierre Cardin, un italiano... è stato piacevole lavorare con gli italiani, che hanno il senso del bello, della moda, mentre in Francia c'è un maggior senso di ribellione, perché ci piace la couture, ma siamo anche i ribelli che hanno tagliato la testa a re e regine".

La colonna sonora -

 Come colonna sonora dello sho il designer ha scelto il brano "Le freak c'est chic", "perché non ci sono mostri, siamo tutti mostri, non esiste un solo tipo di bellezza ma molti, e la si può trovare dappertutto, se si tengono gli occhi ben aperti". 

L'amore per Madonna -

 Non poteva mancare l'omaggio a Madonna, la star che più di ogni altra ha contribuito a renderlo famoso in tutto il mondo: l'artista si è innamorato platonicamente di lei, un amore che porta anche in scena: "Le ho chiesto davvero di sposarla, la volevo davvero come moglie, era un gesto per dimostrarle l'immensità dell'ammirazione che provavo nei suoi confronti". Tra loro c'è stato un vero e proprio colpo di fulmine, dopo che Gaultier l'ha vista cantare "Holidays" a Top of the Pops: "Ho pensato che fosse brave e che avesse personalità. Non potevo credere che fosse americana, si vestiva troppo bene. Poi ho notato che comprava i miei abiti, così sono andato a un suo concerto a Le Palace di Parigi e le ho detto 'perché invece di indossare le miei imitazioni non le fai realizzare direttamente a me?'. Ha apprezzato molto questo mio impeto e mi ha chiamato per disegnarle gli abiti del tour del 1990".

Gaultier tra moda e teatro -

 "Delle sfilate mi ha sempre affascinato anche la loro parte tecnica e teatrale, quella del dietro le quinte, la scelta delle luci. È il motivo per cui mi sono voluto lanciare in questa esperienza", spiega. La moda e la sua rappresentazione teatrale, con molti abiti d'archivio e alcuni ripensati per lo sho, come la maglia con le righe alla marinara che è stata realizzata in versione extra large in modo da poter essere indossata da due persone: "È una creazione simbolica, doveva rappresentare l'amore tra me e Francis Menuge (storico compagno, ndr)".

L'addio alla moda -

 Non ci sarà però un ritorno sulle passerelle dopo la sua ultima sfilata di Haute Couture nel 2020: "Ho terminato la mia carriera con il sorriso. Ho 70 o 71 anni, non mi ricordo nemmeno più (ride), posso passare ad altro. La moda però rimane la mia passione, è la mia vita. Mi piace guardarla, sfogliare le riviste e strappare le pagine e ritagliare le foto che mi piacciono proprio come facevo da bambino".

I nuovi impegni dello stilista -

 Intanto Jean paul Gaultier ogni stagione sceglie un giovane designer a realizzare la collezione di Alta Moda per la sua Maison: "Adoro vedere come i nuovi stilisti talentuosi interpretano i miei archivi. Quando li scelgo gli lascio totale libertà, non do particolari indicazioni, devono poter rompere gli schemi senza essere troppo rispettosi". E sta lavorando a un film d'animazione nelle vesti di direttore artistico: "Sono sempre stato affascinato la cinema, amo molto quello italiano, amo Fellini e Pasolini, la Magnani. Questo film che uscirà a settembre forse, di cui sono direttore artistico, è un cartoon che non parlerà di me, ma verrà arricchita con i miei aneddoti e le mie storie".

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