BigMama presenta il suo primo album "Sangue":"Parlo al cento per cento della mia vita, delle tante cose (dolorose) che mi sono successe, dal catcalling al tumore e alla chemioterapia, dal bullismo, al femminismo. Canto il dolore e il mio riscatto...". Temi forti, che Marianna Mammone, vero nome della rapper e attivista ventitreenne (ne compirà 24 il 10 marzo, ndr) ha raccolto come in un libro composto da capitoli, quelli della sua storia, fatta di sangue, raccontati con un linguaggio trasversale in cui non manca un pizzico di ironia e leggerezza, mai banali: "Perché tutto arrivi a tutti".
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L'album e i brani in cui l'artista non parla d'amore... ma di dolore -
"Il disco è nato nel 2023... cercavo una chiave per esprimere una serie di concetti attraverso la musica e mi sono accorta che volevo che i miei brani arrivassero a più ascoltatori. Così ho cominciato a sperimentare dall'urban, al rap, al pop...".
Dodici tracce, che dal personale si aprono al collettivo, coniugando il suo spirito rap con l’elettronica, il pop e la dance, in un linguaggio esteso e trasversale.
E allora ecco "Fortissima Freestyle”, il pezzo che apre l’album e non a caso è stato scelto come prima traccia, in cui la cantante gioca con il rap per non dimenticare che la musica è anche divertimento e un mezzo per togliersi qualche sassolino dalla scarpa: "Per dire, eccomi sono qui, questa cosa la so fare, ma posso dire anche tanto altro in un altro modo".
L'unico tema di cui non riesce a parlare? "Non riesco a scrivere pezzi d'amore e non so se è un pregio o un difetto, l'amore non mi ispira. Nella mia musica parlo di me e della mia vita e ad ispirarmi è sempre stato il dolore".
Come in “Cento Occhi”, in cui la rapper parla del "catcalling” (molestie verbali quali fischi, complimenti e allusioni sessuali che possono avere conseguenze psicologiche) fenomeno vissuto in prima persona da BigMama negli ultimi anni.
O in “La rabbia non ti basta”, direttamente da Sanremo 2024: una dedica alla Marianna piccola e un messaggio universale che non ha un nome solo. Bullismo, violenza, buio interiore, ma anche forza e riscatto.
"Avrei tanto voluto una Marianna a cui far riferimento quando ero piccola. Una persona che ti dà l'esempio, che ce la si può fare, anche se imperfetti...", spiega l'artista raccontando come da Sanremo in poi tanta gente abbia cominciato a scriverle dicendole: "Mi stai salvando la vita". Una grande soddisfazione per la giovane cantante, che sottolinea: "Mancava una figura come la mia in Italia qualcuno che non fosse conforme agli standard...".
Significato del titolo dell'album -
"Il titolo dell'album ha un grosso significato per me. 'Sangue' perché da me si dice 'iett'o sang' per indicare situazioni particolarmente faticose e la vita per me lo e stata, ho sofferto abbastanza ma ne sono sempre uscita a testa alta. 'Sangue' dei legami con la mia terra e dei rapporti familiari; 'Sangue' come il cancro che ho avuto e perché io la musica e il ritmo ce li ho nel sangue".
E "Sangue" è la title track, una dedica emotivamente intensa al "sangue del proprio sangue", i suoi fratelli, di cui Marianna si è occupata mentre erano piccoli.
La malattia durante il Covid -
Il linfoma di Hodgkin, un tumore maligno del sangue, si è palesato durante il periodo del Covid, in quarantena, quando stava per firmare il suo primo vero contratto discografico e Marianna lo ha affrontato con 12 sessioni di chemioterapia: "È stato il periodo più buio della mia vita", ha detto la cantante: "La musica mi ha salvata davvero. Sono guarita, e quel periodo mi ha insegnato finalmente che io merito il primo posto. Che se non amo me stessa, nessuno lo fa al posto mio. Che se non salvo me stessa, nessuno lo farà per me. Come in "La rabbia non ti basta": credere nei propri sogni salva".
A quel periodo è legato il pezzo più struggente, toccante e profondo dell’album “Veleno”. Pianoforte e voce in una sorta di malinconico blues e un flusso di coscienza per il bisogno di scrivere. Due microfoni in presa diretta, uno per il piano, suonato dal grande Mark Harris, storico pianista di Fabrizio De André ed ex Napoli Centrale e uno per la voce, che rendono questo brano un brano estremamente autentico.
Donne, discriminazioni e femminismo -
Il debutto discografico della rapper arriva nel giorno della Festa della Donna, anche se per BigMama "le donne dovrebbero essere valorizzate tutto l'anno e non solo in marzo...".
Di donne parla "Ragazzina", di quanto sia difficile essere donna oggi, quanto una donna deve sopportare, soprattutto se non rispecchia i canoni della società. Temi di cui BigMama si è fatta portavoce, poche settimane fa, sul podio dell'Onu, nel Palazzo di Vetro di New York, dove è intervenuta davanti ad una platea di duemila liceali venuti da tutto il mondo, portando un messaggio di uguaglianza e amore universale, contro ogni tipo di violenza e discriminazione e per denunciare bullismo e body shaming.
E donne sono i due prestigiosi feat. del disco M¥ss Keta e La Niña Del Sud "due artiste che apprezzo tantissimo e con cui sono stata onorata di poter lavorare".
Il Sud e il legame con la sua terra -
Forte il legame di sangue, che BigMama mostra con la propria terra, l'Irpinia, e in generale la Campania. E allora ecco "Mama non Mama", un brano che mixa rap, reggaeton ed elettronica e dove l’innesto di La Niña Del Sud in napoletano aggiunge una fondamentale parte melodica che vira verso l’arabeggiante.
Ma anche “Malocchio”, brano tra rap e elettrodance: "Sono molto superstiziosa e ho sempre avuto un po' di paura degli occhi puntati su di me, della gente che parla male di me, ecco perché mi sono tatuata due occhi sulla schiena, per guardarmi le spalle..." confessa l'artista. Anche se in realtà il brano parla della capacità di far del male a qualcuno attraverso un semplice sguardo ed è una metafora sul potere di giudizio che spesso hanno gli altri su di noi.
E proprio riguardo al legame con il Sud BigMama non risparmia nessuno quando si dice "profondamente delusa dei tanti commenti al vetriolo su Geolier e sui 'terroni': "Pensavo e speravo che fossimo andati oltre e invece... Il Sud non si merita questo accanimento, se Geolier ha vinto è perché dominava le classifiche anche ben prima di Sanremo e non per via della fan base napoletana...".
La musica come cura -
Irriverente, ironica e con una massiccia dose di provocante schiettezza con "Sangue" BigMama ha costruito la sua personale rivincita in musica sulla vita e sulla gente.
"La musica è stata la mia cura, l'ho usata per parlare con la gente quando non riuscivo a comunicare e mi è servita per posizionarmi e mettermi al centro. Anche quando ero malata è stata la mia valvola di sfogo. Ho fatto la chemio durante il Covid, ma non volevo che la gente sapesse, non volevo fare la vittima e allora mi mettevo una parrucca e facevo video online".
Ma la musica può anche far male. "Come l'anno scorso quando non sono riuscita a raggiungere il traguardo che mi ero preposta con Sanremo Giovani, non mi hanno presa e questo mi ha fatto davvero male e ho dovuto farmi aiutare per superare la depressione. Ho dovuto cercare un'alta valvola di sfogo e mi sono data alla boxe".
E se non fosse riuscita a passare nemmeno a Sanremo 2024? "Avrei cercato un altro sport in cui sfogarmi forse... Ma quest'anno ci tenevo tanto perché avevo dei bei pezzi e un bel messaggio da portare e sono passata: sono enormemente felice di come sia andata".