Yulia Navalnaya esorta i russi a recarsi alle urne il 17 marzo alle 12 come forma di protesta contro il governo di Putin. La vedova di Alexey Navalny rilancia così in un video sul web l'iniziativa "Mezzogiorno contro Putin" già appoggiata dal dissidente prima di morire nel carcere nell'Artico in cui era recluso per motivi politici. In Russia le presidenziali sono in programma dal 15 al 17 marzo. "Se andiamo tutti assieme la nostra voce risuonerà molto più forte. In ogni caso non saranno elezioni, ma ci potremo vedere, e vedere che siamo tanti, e forti", afferma Navalnaya.
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Presidenziali Russia, l'appello di Yulia Navalnaya -
Il 17 marzo "bisogna arrivare ai seggi alle 12, potete votare per qualunque candidato eccetto Putin, potete rovinare la scheda, scrivere in grande: Navalny, e anche se non vedete senso nel votare basta che andiate al seggio, fate presenza e poi tornate a casa. E anche se vi hanno costretto a votare prima, non importa, andate a dare un'occhiata". Così Yulia Navalnaya in un video in cui invita i russi a realizzare, proprio domenica 17 marzo, l'azione di protesta proposta dal marito per il giorno conclusivo delle presidenziali in Russia: andare ai seggi alle ore 12, a votare o anche solo a farsi vedere, in segno di contestazione contro Vladimir Putin.
"Se andiamo tutti assieme la nostra voce risuonerà molto più forte. In ogni caso non saranno elezioni: Putin in ogni caso non sarà un presidente legittimo né per noi né per il resto del mondo. Ma ci potremo vedere, e vedere che siamo tanti, e forti", spiega.
"Alexei sognava un meraviglioso futuro per la Russia", dichiara Navalnaya, che intende portare avanti la missione del marito, mentre "chi sta al Cremlino ha il culto del passato: guerra, missili, e omicidi". Putin, argomenta la moglie dell'oppositore russo morto in carcere il 16 febbraio, "si disegnerà il risultato che vuole", ma "le elezioni possono essere usate contro di lui" e "Alexei ha fatto in tempo a dirci come farlo".
Navalnaya ha inoltre aggiunto che questa iniziativa "aiuterà a capire che c'è tanta gente" che non appoggia il Cremlino, che "ci circondano persone che anch'esse sono contro la guerra, la corruzione e l'iniquità".
L'iniziativa era stata lanciata lo scorso 1° febbraio da Navalny stesso, perché per lui il fatto di presentarsi tutti ai seggi avrebbe potuto "essere una forte dimostrazione del sentimento nazionale. I veri elettori contro la finzione del voto elettronico. Persone reali in fila per votare contro Putin, contro i sì falsi e fraudolenti".
"17 marzo. Mezzogiorno. Per Navalny", è ora il nome della protesta. "Alexei ha chiesto di partecipare a questa azione, ed è per questo che è così importante per me personalmente. Voglio fare quello che pensava fosse giusto e incoraggio tutti a venire in suo ricordo", ha detto la moglie dell'oppositore.
E ancora: "Affinché siamo davvero in tanti, dobbiamo utilizzare il tempo rimanente per la campagna elettorale. Tutti dovrebbero essere a conoscenza di questa iniziativa, quindi mi rivolgo direttamente a tutti coloro che guardano questo video. Chiedi a un'altra persona di venire con te. Questo sarà il tuo contributo personale alla causa comune. Accanto a voi, probabilmente ci sono molti che sono contro Putin e contro la guerra, e se veniamo nello stesso momento, la nostra voce contro Putin risuonerà molto più forte".
Yulia Navalnaya declina l'invito alla Casa Bianca: "Deve riprendersi" -
La portavoce di Yulia Navalnaya ha citato la stanchezza come motivazione per il rifiuto di partecipare al discorso sullo Stato dell'Unione che il presidente Usa Biden terrà alla Casa Bianca il 7 marzo.
"Yulia è stata invitata e ha preso in considerazione l'idea di andarci, ma credo che tutti dimentichino le circostanze in cui si sono svolti gli eventi", ha dichiarato Kira Yarmysh. "Alexei è morto due settimane fa. Lei è stata in viaggio per tutto questo tempo. Ora è tornata a casa. Come ogni essere umano, ha bisogno di tempo per riprendersi e, quindi, pur apprezzando molto l'invito, ha bisogno di riprendersi almeno un po' adesso", ha spiegato la portavoce.
Il Washington Post riporta che, secondo un funzionario Usa, la Casa Bianca probabilmente non ha informato Kiev che Navalnaya aveva deciso di non partecipare, ma sottolinea che per Kiev l'eventuale presenza della moglie di Navalny non sarebbe stata l'unica preoccupazione tanto da far declinare l'invito anche alla first lady Olena Zelenska. Il rifiuto di Zelenska era stato principalmente legato al fatto che la potenziale presenza di Navalnaya avrebbe causato disagio agli ucraini visto che in Ucraina l'eredità di Navalny è offuscata dalle sue passate dichiarazioni secondo cui la Crimea, annessa da Putin nel 2014, appartiene alla Russia.
Ma non solo. Per Kiev, che sta cercando di ottenere ulteriore assistenza per la sicurezza dagli Stati Uniti, un altro problema sarebbe stato quello di essere vista come troppo allineata con Biden. Il presidente Usa è stato il principale sostenitore dell'Ucraina, ma il governo di Zelensky cerca di evitare una politicizzazione dello sforzo bellico.