Levante si racconta a cuore aperto a "Vanity Fair" che le dedica la cover. Una intervista molto intima, in cui la cantautrice siciliana che festeggia dieci anni di carriera, confessa: "Sono stata con un uomo che non si è rassegnato al mio 'non ti amo'. Mi ha ricattato, minacciava di divulgare video privati... Ho avuto paura, ho provato vergogna. Ma poi ho deciso di denunciare".
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Quando Levante legge di un nuovo caso di femminicidio, stalking o gli atti persecutori, non riesce a non immedesimarsi: "Ma il tempo, la maturità e anche l’essere diventata madre (Alma Futura, due anni, ndr) mi hanno aiutata a elaborare, a non vergognarmi più di chi sono stata. A perdonarmi. E a voler uscire allo scoperto".
La storia tossica di 10 anni fa -
Levante racconta quindi la storia che risale a dieci anni fa: "Proprio una decina di anni fa mi sono infatuata di un uomo. Da subito è stato molto geloso. Mi controllava: 'Dove sei? Perché non mi rispondi?'. Il più delle volte mi ero solo addormentata sul divano e non avevo sentito il cellulare. Eppure, in una sorta di meccanismo malato, dovevo giustificarmi con lui. Erano segnali, sia i suoi sia i miei. A ogni modo ho capito abbastanza in fretta che non ero innamorata e gliel’ho detto. Non potendomi più avere ha perso le staffe"
Il ricatto dell'ex di Levante -
Levante sottolinea che non è "mai stata picchiata", ma che l'ex ha tentato di ricattarla: "Aveva dei nostri filmati, file privati. Mi chiamava in continuazione: 'Sto male', mi implorava, e così passavo ore al telefono a cercare di tranquillizzarlo. Mi ha scritto 980 mail nel giro di un mese, che significa circa 30 ogni giorno. Tutti attorno a me erano preoccupati: i famigliari, le amiche… Io ero spaventata, ma forse non abbastanza, in quel momento. Non pensavo che arrivasse a farmi del male, temevo più per lui, come raccontava alla sorella Giulia Cecchettin (la studentessa di Ingegneria uccisa l’11 novembre 2023 dall’ex fidanzato Filippo Turetta, ndr)... A me, a differenza sua, è andata bene. Sono viva".
Levante ha avuto la forza di denunciare -
"A un certo punto ho provato soprattutto vergogna, molta vergogna. Mi sentivo stupida: non sapevo come gestire la situazione che proseguiva da un paio di mesi. Fino a quando un amico avvocato mi ha consigliato di denunciare... Mi sono presentata nella prima questura con il malloppo di mail stampate - prosegue la cantante - C'era una donna carabiniere, fredda, che mi riempiva di domande: immagino che sia la prassi, però ero terribilmente a disagio, sono scoppiata a piangere. Mi ha indirizzata a un’altra questura. Lì l’unica cosa che percepivo era il giudizio del carabiniere di turno, il suo minimizzare: 'Signorina, deve stare attenta! Perché non è stata attenta? Se ne sentono di storie così'. Del resto il nostro è un mondo di maschi, che protegge i maschi. Alla fine hanno vietato a quella persona di avvicinarsi a me, per quanto possa valere".
Il perdono di Levante -
L'ex di Levante si è fatto vivo negli anni, la cantante non ha mai risposto, ma lo ha perdonato: "Ogni tanto mi scrive ancora e mi chiede scusa. Ci ha tenuto a dirmi che gli hanno diagnosticato un disturbo bipolare e che ha iniziato un percorso di psicoterapia. Io non gli rispondo e allora cancella i messaggi. Mi auguro solo che questa intervista non lo spinga a contattarmi... L’ho perdonato. Ho capito di non averlo incontrato nell’amore, ma nel dolore. Il suo e il mio. Questa persona ha rivelato anche un mio grande problema e cioè l’attaccamento a un certo tipo di uomo: mio padre Rosario, che ho perso quando avevo nove anni. Per quanto l’abbia conosciuto e lo ricordi, non era violento, però era duro, severo, intransigente. Per diverso tempo sono stata affascinata da persone che gli somigliavano".
Levante e la decisione di parlarne -
Levante spiega anche il motivo che l’ha trattenuta dal condividere il suo pezzo di verità fino a oggi: "Ha presente quando, con estrema stupidità, qualcuno si domanda: 'Ah, perché quella ci ha pensato vent’anni prima di denunciare che è stata stuprata?'. Perché 19 le sono serviti per perdonare sé stessa e l’ultimo per trovare il coraggio'. E poi, chi è che ama parlare dei propri fallimenti? Per tanto tempo ho percepito quell’esperienza come tale, un errore che ha portato dolore anche ad altre persone".