Sulla sua pagina Facebook il professor Paolo Ascierto, noto oncologo dell'Istituto per la cura dei Tumori Pascale di Napoli, massimo esperto nella cura del melanoma, tra i protagonisti in prima linea nella battaglia contro il Covid, racconta la disavventura personale vissuta domenica sera prima della partita Napoli-Juventus. Poco prima di entrare allo stadio, ha ricevuto sputi da un tifoso napoletano.
Sputi all'ingresso dello stadio -
L'oncologo non ha mai nascosto la sua fede bianconera pur amando profondamente la città di Napoli. La sua vicenda è stata ripresa da organi di stampa. "Ero ai gates quando un tifoso, avrà avuto più o meno la mia età, mi ha sputato addosso. Sì, ha sputato addosso alla mia fede juventina, dopo avermi ceduto il passo per farmi entrare, facendomi credere che voleva farmi una gentilezza, 'passate professore', mi ha detto. Io ho anche abbozzato un sorriso e sono passato, per poi accorgermi, però, che mi sputava vicino ai piedi in segno di disprezzo".
"Nessuna reazione" -
Ascierto racconta che domenica non sarebbe andato alla partita "se un mio amico non avesse insistito. Ero stanco e la partitissima Napoli-Juve avevo più voglia di vedermela sul divano di casa. L'amico ha insistito e così, al Maradona, ci ho portato anche il mio ragazzo (anche il figlio di Ascierto è juventino, ndr). Io amo il calcio e sono juventino da sempre e non vedo - aggiunge - perché non dovrei esserlo. Così come, da napoletano adottato, mi dispiace quando il Napoli, lontano dalla Juve, perde". Dopo quanto accaduto si dice "molto turbato e forse, davvero, era meglio se la partitissima rimanevo a guardarla sul divano di casa". Di fronte allo sputo "non ho avuto nessuna reazione",
"Segno di volgare disprezzo" -
Al Mattino, Ascierto racconta di essere abituato agli sfottò ma non a gesti di questo tipo: “Mi ha fatto male, lo confesso. I miei amici mi mettono continuamente in mezzo e le battute ci possono stare. Le accetto tutte con simpatia. Ma uno sputo, un segno così volgare di disprezzo, no. È troppo". E ancora: "Quante volte mi hanno detto che il mio 'unico neo' era la squadra per cui tifavo. Durante il Covid fecero a Soccavo un murale simpaticissimo, con il mio volto, e la scritta “Caro Ascierto, Caro Paoletto, se tu non fossi juventino, saresti perfetto”. Sono sfottò che si accettano con ironia, con gusto. Un gesto di disprezzo come uno sputo, no“.