In galleria Rizzoli

Presentato a Milano "Umano, poco umano" di Mauro Crippa e Giuseppe Girgenti

Dieci esercizi spirituali per sopravvivere ai rischi di una tecnologia inarrestabile che sta già stravolgendo il mondo del lavoro, della politica, delle relazioni e della sanità

Solo con la resistenza psicologica e culturale, con la forza dei classici e della filosofia sarà possibile controllare l'intelligenza artificiale: è stato presentato in galleria Rizzoli a Milano "Umano, poco umano - Esercizi Spirituali contro L'intelligenza Artificiale", edito da Piemme. Autori del volume Mauro Crippa, Direttore Generale dell'informazione e della Comunicazione Mediaset, e Giuseppe Girgenti, Professore di Storia della Filosofia antica e Medievale all'Università Vita e Salute San Raffaele. Nell'incontro moderato da Hoara Borselli, presenti anche Franco De Masi e Matteo Flora

Il grande rischio dell'IA – secondo i due autori - non è che essa diventi come l'intelligenza umana, ma semmai il contrario: che l'intelligenza umana smarrisca le sue caratteristiche peculiari e si appiattisca su quella artificiale, venendone travolta. Pertanto, questo libro si propone di redigere un vero e proprio manuale di "sopravvivenza" dell'intelligenza umana e di resistenza all'IA, anzitutto rendendoci consapevoli di quelle che sono le qualità irriducibili dell'umano rispetto al tecnologico. Una rinnovata cura di sé è quello che è necessario proporre.

Il volume è articolato in dieci esercizi spirituali. Non quelli dei gesuiti, ma quelli definiti da Pierre Hadot come laici e ben conosciuti e praticati dai filosofi antichi. I titoli di questi esercizi suonano come gli antichi precetti delfici dei sette sapienti: conosci te stesso, sii te stesso, godi te stesso, cura te stesso, ama te stesso, narra te stesso; questi esercizi sono immaginati come altrettanti ritorni ai grandi autori della classicità (Omero, Eraclito, Socrate, Platone, Aristotele, Epicuro, Galeno) e della tradizione cristiana (Agostino e Ignazio di Loyola).

In un'epoca dominata dalla tecnologia e dall'Intelligenza artificiale, in cui ci troviamo immersi in un mare di dati, testi, immagini, interazioni, è il momento, infatti, di riscoprire questi autori, filosofi e padri della Chiesa. Se oggi, ad esempio, Elon Musk ci invita a relazionarci con un prodotto tecnologico, a sostituire l'amicizia con un avatar e ad amare amici o partner virtuali, Sant'Agostino, nel I secolo, poneva al centro di tutto la relazione con l'Altro e il dialogo. Nel libro, i due autori pongono a confronto il filosofo d'Ippona, le cui omelie avevano forza di legge in Europa e Africa, con l'imprenditore cofondatore di OpenAi, la cui aspirazione, neanche tanto segreta, è di essere lui il nuovo dio da adorare. Ritornare a Sant'Agostino, per citarne solo uno, può costituire un utile esercizio spirituale contro l'Intelligenza artificiale, nella consapevolezza che una macchina non sarà mai in grado di amare, di restituire cioè quel flusso d'amore che passa attraverso gli occhi.

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