"In accordo con lui e con chi gli è vicino, la sua scuola rivolge un appello a tutti coloro che possono dare una mano perché si trovi presto un donatore di midollo osseo compatibile". E' questo in sintesi il messaggio che il Liceo Scientifico e Classico Statale "G. Peano - S. Pellico" di Cuneo lancia via social per aiutare un suo studente, Riccardo, 17 anni, che fino a pochi giorni fa ha frequentato le lezioni, ma che ora è ricoverato in isolamento all'ospedale Regina Margherita di Torino. Il motivo? Una mielodisplasia, rara malattia del sangue causata dal danneggiamento di una delle cellule staminali presenti all'interno del midollo osseo.
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Corsa contro il tempo per un donatore di midollo osseo: l'appello della scuola -
"Riccardo - esordisce il messaggio pubblicato sulla pagina Facebook dell'istituto ha 17 anni e fino a qualche giorno fa ha frequentato il liceo classico di Cuneo. Poi ha cominciato a stare poco bene e a sentire un forte senso di stanchezza. Fin dai primi accertamenti la diagnosi è sembrata seria, per diventare ben presto un'atroce verità: mielodisplasia, ovvero una forma di leucemia che ha comportato l’immediato ricovero in isolamento presso l’ospedale Regina Margherita di Torino".
"Accudito dall’équipe medica del reparto di oncoematologia e con la costante presenza dei suoi genitori, Riccardo - continua il post del liceo - sta affrontando con grande coraggio questo momento. Ma dovrà esser sottoposto a trapianto di cellule staminali ematopoietiche e per questo ha bisogno di un donatore".
"In accordo con lui e con chi gli è vicino, la sua scuola rivolge un appello a tutti coloro che possono dare una mano perché si trovi presto un donatore di midollo osseo compatibile. Servono persone in buona salute e di età compresa tra i 18 e 35 anni, disponibili a intraprendere il percorso per la tipizzazione e l’iscrizione al registro dei donatori di midollo osseo. Chiediamo di diffondere questo messaggio, per il nostro allievo Riccardo e per tutti quelli che come lui sono in attesa di trapianto e di poter vincere la malattia", è la conclusione dell'appello.