Ecco le tappe della sua vicenda giudiziaria

Julian Assange, la storia dell'uomo che ha scosso il mondo con WikiLeaks

Giornalista ed esperto informatico, con le sue rivelazioni fece tremare le più potenti cancellerie del globo: ecco la sua storia

Julian Assange, giornalista, esperto di informatica australiano e fondatore di WikiLeaks, ha patteggiato ed è tornato libero dopo 12 anni trascorsi tra una stanza dell'ambasciata dell'Ecuador a Londra e un carcere di massima sicurezza vicino alla capitale britannica. Un compromesso legale che suggella la conclusione di quella che la madre dell'ex nemico pubblico numero uno di Washington ha definito "un calvario". Eccone le date più significative.

Chi è Assange? -

 Classe 1971, giornalista, hacker e programmatore australiano, nel 2006 Assange è tra i fondatori della piattaforma WikiLeaks.

Le tappe -

 Nel 2010, WikiLeaks pubblica documenti top secret del governo statunitense sulle guerre in Afghanistan e in Iraq. Negli Stati Uniti diventa un "nemico pubblico". La pubblicazione è in gran parte il risultato di una fuga di notizie dell'ex analista dell'intelligence dell'esercito americano Chelsea Manning, condannata a 35 anni di carcere, ma rilasciata dopo che il presidente Barack Obama ha commutato la sua pena nel 2017. Le rivelazioni di WikiLeaks hanno scosso le fondamenta del potere globale, scatenando accesi dibattiti sulla libertà di informazione, la trasparenza e la sicurezza informatica.

Sempre nel 2010, i procuratori svedesi emettono un mandato di arresto europeo a carico di Assange per violenza sessuale su due donne. A dicembre l'australiano viene arrestato in Gran Bretagna e poi rilasciato su cauzione. Nel 2012, chiede asilo politico all'Ecuador, che lo accoglie nella sua ambasciata a Londra, dove rimane per circa 7 anni, in una stanza. Nel 2017, la Svezia archivia le accuse.

Ad aprile 2019, l'Ecuador revoca l'asilo concesso ad Assange e l'ambasciata ecuadoregna a Londra lo espelle. La polizia britannica poi lo arresta. A maggio dello stesso anno, il fondatore di WikiLeaks viene incriminato negli Stati Uniti. A suo carico vengono presentati diciassette capi d'accusa sulla base della legge sullo spionaggio l'Espionage Act, del 2017 per avere cospirato per ottenere informazioni classificate poi diffuse online. Washington lo accusa anche del presunto reato di complicità nell'hackeraggio di file del Pentagono.

Nel febbraio 2020, inizia il processo per l’estradizione negli Stati Uniti, ma a gennaio 2021, la giudice distrettuale londinese Vanessa Baraitser respinge l'istanza americana con un verdetto di primo grado. Undici mesi dopo, l'Alta Corte di Londra ribalta la sentenza di primo grado e dice sì al trasferimento di Assange negli Usa. Ad aprile 2022, il tribunale dei magistrati di Londra, la Westminster Magistrates' Court, emette l'ordine formale di estradizione. 

Nel luglio 2022, i legali di Assange invocano un nuovo appello sulla base di nuovi elementi. Intanto cinque grandi giornali che avevano collaborato con WikiLeaks (New York Times, Guardian, El Pais, Le Monde e Der Spiegel) lanciano un appello all'amministrazione Biden, subentrata a quella di Trump, a far cadere le imputazioni. Richiesta a cui si unisce poi il nuovo governo dell'Australia, alleato chiave di Usa e Regno Unito, guidato ora dal laburista Anthony Albanese.

A febbraio, l'Alta Corte di Londra concede uno spiraglio per l'esame dell'ulteriore appello chiesto dalla difesa, in particolare accogliendo la fondatezza del timore che egli non possa invocare il Primo Emendamento della Costituzione americana sulla tutela della libertà di espressione - non essendo cittadino statunitense - e quindi avere un giusto processo. Nel frattempo dagli Usa arrivano le prime aperture in risposta alle pressioni australiane, con la disponibilità dichiarata del presidente Biden a valutarle e le voci su un possibile patteggiamento. 

E così, il 24 giugno, arriva l'accordo. Assange accetta di riconoscersi colpevole di un solo capo d'accusa su 18 e le autorità Usa di ridurre la pena agli anni già scontati in carcerazione preventiva in Gran Bretagna. Julian viene scarcerato e parte per l'Australia, dopo la convalida del patteggiamento davanti a un giudice americano in uno scalo alle Isole Marianne.