Toccare il cielo con un dito, anzi con un grappolo d’uva. È quello che potrebbe succedere a Firenze.
Non stiamo parlando di qualche bizzarra installazione artistica o di un’invenzione scientifica. L’idea vedrà la luce all’aeroporto Amerigo Vespucci, anzi nel suo nuovo terminal. Un progetto affidato allo studio Rafael Viñoly Architects, che ha pensato di ricoprire il tetto della nuova struttura con circa 8 ettari di vigneto.
38 filari posti sulla copertura inclinata, che saranno curati da un viticoltore locale, per trasformare l’uva ottenuta direttamente nelle cantine sottostanti. Un vino caduto dal cielo.
Un’idea che strizza l’occhio all’identità culturale e gastronomica della Toscana, ma anche e soprattutto agli obiettivi di sostenibilità. Il vigneto dovrebbe infatti fornire anche un isolamento termico, che contribuirà alla valutazione di sostenibilità dell’edificio.
© Rafael Viñoly Architects
Un’idea ambiziosa e non priva di sfide. Bisognerà infatti studiare la distribuzione del peso del campo, il drenaggio, il carico del vento, e si dovrà tener conto del microclima. Del resto, è la prima volta che qualcuno proverà a coltivare dell’uva sul tetto di un aeroporto. Un ambiente ben diverso da una collina o una pianura.
Sempre seguendo la pista della sostenibilità, l’obiettivo del nuovo terminal sarà anche quello di facilitare collegamenti ecocompatibili. L’idea è di collegare direttamente il centro di Firenze con l’aeroporto tramite una metropolitana leggera.
Tutto il progetto sarà organizzato in due fasi, la prima entro il 2026, la seconda entro il 2035.
Che dire, la sostenibilità tira fuori idee decisamente fantasiose. Ma se possono aiutare a ripulire almeno un po’ un luogo parecchio inquinante, allora non vediamo l’ora di brindare a questo futuro più verde.