I carabinieri del Ros hanno arrestato Antonino Luppino e Vincenzo Luppino, figli dell'imprenditore di Campobello di Mazara Giovanni Luppino, l'uomo che faceva da autista al capomafia Matteo Messina Denaro e che con lui era finito in manette il 16 gennaio 2023. Sono accusati di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati.
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I Luppino, secondo l'accusa, avrebbero fornito a Messina Denaro "un aiuto prezioso" per muoversi e spostarsi nel territorio in cui il boss negli ultimi periodi ha vissuto. I due fratelli, dal 2018 al 2022, hanno abitato a pochi metri dall'ultimo covo del padrino a Campobello di Mazara, condividendo col padre informazioni cruciali per la gestione della latitanza del capomafia. Ad Antonino Luppino era stato comunicato il numero di uno dei cellulari usati dal boss, Vincenzo Luppino sarebbe andato alla clinica La Maddalena, dove il ricercato era in cura per un cancro, quando questi venne operato, per provvedere ai suoi bisogni. E ancora Antonino Luppino, insieme al padre, avrebbe scortato Messina Denaro, dopo le dimissioni dalla casa di cura, l'11 maggio, fino a Campobello e insieme al fratello si sarebbe occupato delle riparazioni della auto, una Giulietta, con la quale il capomafia si spostava.
I tre Luppino, poi, avrebbero seguito i lavori di ristrutturazione del covo del latitante e il trasloco dei mobili del boss all'ultimo nascondiglio. Vincenzo avrebbe custodito la vecchia cucina che Messina Denaro aveva deciso di non portare nell'abitazione in cui si era trasferito. Infine Vincenzo avrebbe prestato al padre il proprio furgone perché scortasse il latitante mentre attraversava in auto Castelvetrano per passare davanti alle abitazioni dei suoi familiari.
Denaro sotto casa dei familiari poco prima arresto -
Il 29 dicembre del 2022, pochi giorni prima del suo arresto, Matteo Messina Denaro passava in auto sotto casa della ex compagna, madre di sua figlia, e delle sorelle Bice e Giovanna, a Castelevetrano. Lo seguiva e gli faceva da scorta il furgone di Vincenzo Luppino, oggi arrestato. Alla guida c'era il padre Giovanni, imprenditore finito in manette nel giorno della cattura del padrino e suo fedele autista. Il boss ricercato dunque transitava sotto casa dei suoi per rivedere i luoghi a lui cari e nella speranza, sospettano gli investigatori, di riuscire a scorgere i familiari sia pure da lontano. Le telecamere del paese hanno immortalato il furgone che seguiva la Giulietta del latitante mentre passava alle 17.12 sotto casa di Franca Alagna, l'ex compagna, alle 17.15 sotto casa della sorella Giovanna e alle 17.17 sotto quella dell'altra sorella Bice. La scorta scrive il gip, assicurava una sorta di staffetta al latitante, "che doveva transitare su luoghi notoriamente oggetto di eccezionali controlli delle forze dell'ordine".