Ribelle, irriverente, iconoclasta e punk. Roberto Freak Antoni moriva dieci anni fa, il 12 febbraio 2014. E se ne andava il suo sguardo comico, tragico e alieno. Per 35 anni è stato leader (e storico fondatore) degli Skiantos che di fatto hanno inventato il cosiddetto rock demenziale, ma in realtà erano molto di più: soprattutto un punto di rottura nella storia della musica italiana. E sono stati anche simbolo di una città come Bologna verso la fine degli anni Settanta, periodo vivo e tragico tra contestazione, movimenti giovanili e culturali. I loro concerti sono stati un rituale, il loro stile un mix surreale e ironico che li ha fatti diventare un gruppo di culto. Freak Antoni è stato sempre un irregolare, uno a cui piaceva confondere le acque. E' rimasto fin troppo incompreso, troppo poco celebrato, mai riscoperto in questi dieci anni, lasciando la sua aurea confinata nell'undergound. Proprio per questo veramente punk.
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Bologna e Freak Antoni -
A Bologna era nato il 16 aprile 1954. Qui si era laureato al Dams a luglio 1978, discutendo una tesi sui Beatles con lo scrittore e docente Gianni Celati. In città, che lui chiamava "una metropoli di provincia", aveva conosciuto e intessuto rapporti con scrittori, poeti e artisti come Pier Vittorio Tondelli e Andrea Pazienza (era comparso anche in alcune sue storie a fumetti). E aveva fatto anche comparsate in film girati nel capoluogo emiliano, In "Paz" di Renato De Maria del 2002 e in "Jack Frusciante è uscito dal gruppo" (1996) diretto da Enza Negroni.
Gli Skiantos -
Con gli Skiantos, Freak Antoni aveva dato una svolta alla musica italiana. Leader, cantante, paroliere e animatore del gruppo nato nel 1977, tra provocazione e ironia hanno mischiando punk, rock anni 60-70, canzone italiana e blues per “35 anni di grandi insuccessi”, come li definiva lui. Il loro disco più noto (ne hanno pubblicati dodici) è stato "Non c’è gusto in Italia ad essere intelligenti" (1987), diventato poi anche il titolo di una sua raccolta di poesie. Tra gli altri titoli "Inascoltable" (1977), "Ti spalmo la crema" (1984), "Saluti da Cortina" (1993), "Dio ci deve delle spiegazioni" (2009).
La band è stata qualcosa a cui il pubblico italiano non era preparato. Nel 1979, in un concerto storico al PalaDozza salirono sul palco senza suonare ma cucinando spaghetti. Mentre gli spettatori incarogniti lanciavano di tutto verso il palco, Freak Antoni rispondeva con la celebre frase: “Questa è avanguardia, pubblico di merda”. Tra le sue battute e frasi demenziali come non ricordare “La fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo", “Dio c'è ma ci odia!”, “Se uno s'impegna può star male ovunque".
Il ricordo con una serata omaggio -
Per ricordare Freak Antoni, nel decennale della sua scomparsa, alcuni club storici italiani hanno deciso di dedicargli una sera tra proiezioni di documentari, letture e musica. "Largo all’avanguardia" è un tributo diffuso in una decina di spazi, partendo dal Locomotiv Club di Bologna, passando dall'Arci Bellezza di Milano al Monk di Roma, dal Bloom di Mezzago fino al Cage di Livorno.