QUINTA SERATA

Festival di Sanremo 2024, le pagelle della finale: lo spunto decisivo di Angelina

Anche nella finalissima non sono mancate le esibizioni degne di nota

di Massimo Longoni

Il Festival di Sanremo 2024 si è chiuso con la finalissima che ha visto trionfare Angelina Mango davanti a Geolier e Annalisa. Ecco le pagelle dell'ultima serata di un Festival che non ha mancato di riservare sorprese.  

© Tgcom24

Renga Nek, "Pazzo di te" -

 La coppia navigata ha affrontato un Festival tutto suo. Mai in corsa per la vittoria, i due hanno badato soprattutto a strizzare l'occhio al proprio pubblico e a divertirsi. Nella finale poi ogni residuo di tensione è sciolto. Resta il fatto che difficilmente questa canzone resterà nella storia del Festival. 5,5

BigMama, "La rabbia non ti basta" -

 Messaggio importante, simpatia e voce di livello. Il fatto però che abbia tanto entusiasmato nella serata delle cover è indice del fatto che lei è un passo avanti rispetto alla sua canzone. 6,5 

Gazzelle, "Tutto qui" -

 Esce da questa esperienza avendo ampliato la sua popolarità senza intaccare la sua poetica, avendo anzi tra le mani un brano che potrebbe diventare un classico del suo repertorio. Meglio di così... 7 

Dargen D'Amico, "Onda alta" -

 Del suo Sanremo rimarranno forse più gli appelli pacifisti dopo le esibizioni che non il brano, che avrebbe meritato più attenzione. Comunque una presenza importante. 7-

Il Volo, "Capolavoro" -

 Si spostano su lidi più pop e (ancora parzialmente) meno tradizionali e per la prima volta restano lontano dal podio. I cambiamenti sono sempre difficili da far accettare. 6,5

Loredana Bertè, "Pazza" -

 Ha iniziato questo Festival con un primo posto, poi le sue ambizioni si sono per forza di cosa ridimensionate, anche se si porta a casa il Premio della critica intitolato a sua sorella Mia Martini. Ma non viene certo ridimensionata lei, inossidabile e più ragazza di tante ragazze in gara. 8

Negramaro, "Ricominciamo tutto" -

 La gara di Sanremo non fa per loro. Si sono messi in gioco con un brano non ruffiano e dal un finale esplosivo, interpretato oltretutto ogni sera in maniera impeccabile, ma non è bastato. Si consoleranno con gli stadi... 6/7

Mahmood, "Tuta gold" -

 A Sanremo non sbaglia un colpo. La sua canzone vola negli ascolti in streaming, lui canta in maniera strepitosa e tenta anche di piazzare il colpo al Festival giocandosi la carta del corpo di ballo. 8,5 

Santi Francesi, "L'amore in bocca" -

  Una tessitura elegante, dove il tappeto elettronico si sposa perfettamente con la voce di De Santis, il cui timbro è uno dei più interessanti in circolazione. Sarebbe bello se depositatisi i polveroni da tormentoni, questa fosse una di quelle canzoni che restano. 7/8

Diodato, "Ti muovi" -

 Tornare dopo aver vinto con una canzone come "Fai rumore" non era facile. E invece ha dimostrato che quel momento per lui è stato un cambio di passo dal quale non si torna indietro. Elegante, sofisticato e anche più caldo che in passato. 8,5

Fiorella Mannoia, "Mariposa" -

 A dispetto di un brano impegnato con un testo sulla condizione della donna, il suo è stato un Festival in leggerezza, in linea con il mood della canzone. Presenza importante anche se meno incisiva che in passato. 7-

Alessandra Amoroso, "Fino a qui" -

 La cantante salentina è arrivata fuori tempo massimo, scegliendo di affrontare la gara quando il Festival ha ormai cambiato pelle. Peccato perché la canzone ha una sua qualità che lei ha esaltato con interpretazioni sera dopo sera sempre più a fuoco. 6,5

Alfa, "Vai!" -

 Con la sua ballata country dall'allegria contagiosa non ha sfigurato, con il duetto con Vecchioni ha ricevuto una vera investitura. Per adesso va bene così, il ragazzo è giovane e ha tempo di crescere. 6+

Irama, "Tu no" -

 Qualcuno parlando della sua canzone ha evocato Lewis Capaldi. In fondo un complimento che evidenzia lo spessore di questo brano che lui interpreta con tutto il trasporto che impone un testo che affonda nel personale. 6/7

Ghali, "Casa mia" -

 Una delle sorprese di questo Festival, dove ha affronta un percorso in crescendo che ha avuto nella performance della serata delle cover il suo apice. Per l'ultima esibizione si porta sul palco l'alieno che lo ha seguito ovunque in questi giorni e proprio lui gli suggerisce di declamare "stop al genocidio". 7,5

Annalisa, "Sinceramente" -

 E' arrivata come favorita numero uno e il palco poi ha detto un'altra cosa. Ma anche confermato che ormai la sua figura di popstar è consolidata e coerente. Chiude l'esibizione con un acuto "monstre", a dimostrare che non sono solo canzonette. 7,5 

Angelina Mango, "La noia" -

 La ragazza ha sommato in sé i geni di papà e mamma totalizzando un surplus di talento. Tiene il palco come una veterana e nell'ultima uscita dà tutta se stessa, a costo di finire con un po' di fiatone e una caduta sul palco. 9

Geolier, "I p'me, tu p'te" -

 Prima ignorato perché per molti oggetto misterioso, poi osteggiato quasi a livello di un usurpatore, in realtà ha portato sul palco tutto quello che ha fatto di lui il cantante con numeri da capogiro. Il brano è orecchiabile, cresce a ogni ascolto e avrà vita lunga. 7,5 

Emma, "Apnea" -

 Vive il suo Festival più sereno da sempre, con uno spirito nuovo che passa attraverso le sue esibizioni. 6,5

Il Tre, "Fragili" -

 Canzone partita in sordina ma cresciuta con gli ascolti. Il ragazzo oltre a quello del flow ha il dono della melodia efficace. 6,5

Ricchi e Poveri, "Ma non per tutta la vita" -

 Loro si sono divertiti un mondo e la canzone raggiunge il suo obiettivo: farsi ricordare. Si poteva chiedere di più? 5,5  

The Kolors, "Un ragazzo una ragazza" -

 Brano orecchiabile, ben strutturato e pieno di ritmo, ma dalla prima all'ultima esibizione non è cresciuto come ci si aspettava. In radio funzionerà bene anche se difficilmente avrà vita lunga come "Italodisco". 6/7

Maninni, "Spettacolare" -

 Questo Festival gli è servito a farsi conoscere. La sua è una proposta musicale che sembra un po' fuori dal tempo ma questo non significa che non possa trovare i suoi estimatori. 6-

La Sad, "Autodistruttivo" -

 Divertenti e inaspettati la prima sera, in fondo innocui, hanno il merito di portare qualcosa di diverso in un Festival dove hanno comunque tentato di far passare un messaggio meritevole. Si potrebbe dire "siamo stati punk dopo di te", ma in fondo Punks not dead... 6

Mr. Rain, "Due altalene" -

 Dopo l'exploit dell'anno scorso era difficile ripetersi. Più o meno con la stessa ricetta ha portato a casa un risultato comunque dignitoso. 6-

Fred De Palma, "Il cielo non ci vuole" -

 Brano che ci ha messo un po' a svelarsi, crescendo a ogni ascolto. E probabilmente continuerà a crescere tra il pubblico a cui puntava, quello dello streaming. 6,5

Sangiovanni, "Finiscimi" -

 Presenza per lui importante per ripartire da basi nuove dopo un periodo complicato. Il pezzo forse non è mai decollato ma siamo sicuri che la sua funzione per Sangio l'ha svolta. 5,5 

Clara, "Diamanti grezzi" -

 La ragazza ha voce e sa tenere il palco. La canzone vive soprattutto su un ritornello accattivante e funzionante (anche perché vi echeggia il solito Lazza). 6-

Bnkr44, "Governo punk" -

 Il loro è stato il momento ricreazione di questo Festival, in fondo necessario per tirare il fiato tra una cassa dritta e l'altra. 6,5 

Rose Villain, "Click boom" -

 Alla fine con la sua canzone ha preso due piccioni con una fava: il pubblico più tradizionale con la strofa, quello di TikTok con il ritornello. E chiude con la migliore esibizione del suo percorso al Festival. 6,5  

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