La vicenda di Ilaria Salis "rientra tra gli oltre 2.400 casi di connazionali detenuti all'estero. Per ognuno di essi, indipendentemente dal merito della loro situazione giudiziaria, ci adoperiamo per fornire assistenza e garantire il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali" Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani in un'informativa urgente del governo alla Camera. "Così abbiamo fatto, fin dal primo giorno, per il caso Salis, ben prima che diventasse oggetto di polemiche politiche", ha aggiunto.
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Tajani all'opposizione: "Evitare che diventi un caso politico" -
Tajani si è quindi rivolto alle opposizioni. "È paradossale che chi si erge ogni giorno a difensore dell'autonomia della magistratura chieda ora a noi di fare pressioni affinché il governo ungherese influenzi le determinazioni dei giudici sul caso - ha proseguito in Aula -. Un cortocircuito che alimenta tensioni e polemiche, che danneggiano innanzitutto la causa di Ilaria. Evitiamo di trasformare una questione giudiziaria - regolata da norme nazionali ed europee ben definite - in un caso politico. Che regala sicuramente titoloni sui giornali, ma non fa il bene della Signora Salis".
Il caso Piperno -
"Io garantista lo sono. E lo sono sempre. A prescindere dalle idee politiche di chi è coinvolto in vicende giudiziarie. L'esperienza dimostra che agire con discrezione e gradualità è proprio nell'interesse primario del detenuto - ha aggiunto il titolare della Farnesina -. E' il caso di Alessia Piperno, che era nelle carceri dei Pasdaran in condizioni ben peggiori. E che grazie alla nostra azione è rientrata a casa prima ancora che le imputazioni fossero formulate. Ma anche di Patrick Zaki, cui abbiamo consentito di tornare in Italia. Il nostro governo - ha concluso il ministro degli Esteri, Antonio Tajani - continuerà quindi a lavorare, magari senza clamore, ma con impegno e determinazione, per difendere la dignità e i diritti di Ilaria Salis e di tutti i detenuti italiani all'estero".
"Il legale di Salis non ha chiesto domiciliari in Ungheria" -
"Il suo legale non ha presentato domanda di misure cautelari alternative al carcere in Ungheria, contrariamente a quanto era stato suggerito dal ministro Nordio - ha precisato il vicepremier -. La prossima udienza è stata calendarizzata per il 24 maggio e in tale occasione sarà chiamata a testimoniare anche la parte lesa".
"L'unica via percorribile è il rispetto delle regole" -
"A chi grida 'Riportate Ilaria in Italia!', chiederei a quale soluzione stia pensando. Siamo pronti ad accettare suggerimenti. L'unica per noi percorribile, per un reato commesso in uno Stato membro dell'Unione europea, è quella delle regole. E le regole europee prevedono che per chiedere gli arresti domiciliari in Italia, devi prima chiederli e ottenerli nel Paese che esercita la giurisdizione", ha concluso il ministro degli Esteri.