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“Ice Bed”: la foto diventa icona del clima che cambia

Lo scatto che ritrae un orso addormentato su un iceberg si è aggiudicato il Wildlife Photographer of the Year People's Choice Award, simbolo di fragilità ma anche speranza

Ansa

Non una semplice foto, ma uno scatto che potrebbe diventare l’icona del clima che cambia.

Si intitola “Letto di ghiaccio” e ritrae un orso polare addormentato su un iceberg alla deriva. Dietro l’obiettivo, il fotografo inglese Nima Sarikhani, che è stato premiato dal pubblico all’interno del concorso internazionale Wildlife Photographer of the Year, promosso dal Bbc Wildlife Magazine e dal Museo di Storia Naturale di Londra.

Wildlife Photographer of the Year 2023: i vincitori 

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Photo Credits: Laurent Ballesta, Grand Title Winner
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Photo credits: Carmel Bechler, Young Wildlife Photographer of The Year
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Photo credits: Luca Melcarne, Rising Star Portfolio Award
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Photo credits: Amit Eshel, vincitore categoria Animals in their Environment
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Photo credits: Bertie Gregory, vincitore categoria Mammals 
Ogni anno premia le fotografie naturalistiche più interessanti: è il “Wildlife Photographer of the Year”, prestigioso concorso organizzato dal Natural History Museum di Londra. Quest’anno i partecipanti sono stati ben 49.957, da 95 paesi. Protagonisti dei loro scatti sono gli animali che lottano per la propria sopravvivenza in un mondo sempre più antropizzato. Il vincitore è stato Laurent Ballesta, che ha ritratto un granchio a ferro di cavallo giapponese, fotografato a largo delle Filippine. Uno scatto che fa sembrare l’animale un bizzarro alieno sottomarino. La prova di come la natura sappia sempre stupirci. Basta solo guardarla con gli occhi – o gli obiettivi - giusti. 

Il ritratto, catturato nell’arcipelago norvegese delle Svalbard, è uscito dalla macchina fotografica per entrare direttamente nell’immaginario collettivo, simbolo di bellezza e fragilità. "Uno scatto provocatorio che ricorda il legame fra un animale e il suo habitat, e che nello stesso tempo rappresenta i pericolosi impatti del riscaldamento globale della perdita di habitat" ha commentato il direttore del Museo britannico, Douglas Gurr.

Ma anche un messaggio di calma e di speranza, come ha voluto sottolineare lo stesso autore dello scatto. Un momento di pace nel bel mezzo del caos.

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