Un pericolo per la sicurezza pubblica. Questa la motivazione che è costata la vita all’orso M90. Un abbattimento autorizzato dal presidente della Regione autonoma del Trentino Maurizio Fugatti ed eseguito ieri in una zona di montagna della Bassa Val di Sole.
L’esemplare, non entrato in letargo a causa dell’inverno troppo caldo, lo scorso 28 gennaio aveva seguito una coppia e in precedenza era stato avvistato più volte in diversi luoghi della valle, in prossimità di case o cassonetti della spazzatura.
Ma gli animalisti non sono d’accordo.
Per il WWF, l’abbattimento non risolve affatto il problema della sicurezza. “È doveroso, in primis proprio per il rispetto e la sicurezza dei cittadini, cambiare prospettiva e avviare politiche nuove e risolutive, che mettano al centro la necessità di garantire la sicurezza delle persone e di permettere una presenza stabile dell’orso sulle Alpi. È grave e inaccettabile che la PAT continui la sua politica di abbattimenti senza investire adeguate risorse nella prevenzione del conflitto (ancora oggi in Val di Sole deve essere completata la distribuzione sul territorio di cassonetti anti-orso), nella conoscenza (sono più le ordinanze di abbattimento che gli incontri pubblici sul tema organizzati dalla Provincia) e nel sostenere proposte che possano davvero migliorare la coesistenza uomo-orso (per questo il WWF e altre associazioni spingono da anni per rendere legale l’utilizzo del bear spray, che ridurrebbe drasticamente il rischio di attacchi nel caso di incontri ravvicinati)”.
Anche l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) ha commentato la vicenda: "Abbiamo sperato fino all'ultimo in un ripensamento, in considerazione della speciale protezione di cui gode la specie anche a livello europeo e nel rispetto dell'articolo 9 della Costituzione che tutela la biodiversità, ma il presidente Fugatti è stato sordo anche alle istanze dell'opinione pubblica che vorrebbe un Trentino amico degli animali".
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Persino il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ha dichiarato che "la soppressione non può essere l'unica alternativa". E ha aggiunto: "Se quanto fino a oggi messo in campo con la provincia di Trento non è stato sufficiente, l'impegno - da parte di tutti - deve essere quello di moltiplicare gli sforzi per individuare ogni soluzione possibile a garantire una convivenza pacifica nei territori”.
Di tutt’altro parere la Comunità della Valle di Sole, che riunisce i sindaci della zona. Il loro presidente, Lorenzo Cicolini, ha infatti dichiarato all’ANSA: “È stato fatto quello che si doveva fare”. Proprio Comunità di sindaci circa una settimana fa aveva inviato una lettera al presidente Maurizio Fugatti, chiedendo di allontanare il plantigrado “dai boschi della Val di Sole e del Trentino, nei modi che la Provincia sceglierà, ma nei tempi più stretti possibile”.
La speranza è che episodi del genere aiutino a riflettere sul delicato rapporto uomo-animale, cercando soluzioni che non provochino vittime né da un lato, né dall'altro.