Eyelet Milano, il brand fondato da Gian Luca Buzzetti e Stefano Collarile, inizialmente noto per le sue pochette da giacca con asola e bottone, pur restando fedele allo spirito visionario dei suoi due founder, cambia pelle e lancia il nuovo progetto Fashion by Emerging Designers.
Gian Luca Buzzetti, già a capo di una realtà poliedrica, che spazia dal mondo assicurativo a quello della comunicazione e della moda, attraverso la propria visione innovativa, sviluppa una strategia imprenditoriale di ampio respiro, facendosi portatore di alcuni imprescindibili valori che rappresentano il fil rouge di ogni attività: responsabilità sociale e ambientale, sperimentazione e innovazione all Made in Italy.
In questo contesto si inserisce il nuovo progetto Fashion by Emerging Designers, che investe sui nuovi talenti del settore moda, ai quali è affidato il rebranding completo di Eyelet Milano. Il futuro del brand verrà ridisegnato tramite il lancio cadenzato di capsule collection, costruite sulla base di un editing preciso e coerente, che verranno affidate ad upcoming designer provenienti, in questa prima fase, dallo IED di Milano.
I primi due drop di collezione portano la firma di Laura Finizio (Last Call) e Lena Frejabue (Etheral): entrambe le giovani stiliste, in linea con la filosofia aziendale, propongono look genderless, sostenibili e artigianali, realizzati, grazie a una filiera corta, con tessuti naturali, certificati o deadstock, in un’ottica zero sprechi.
Chi sono Gian Luca Buzzetti e Stefano Collarile? Quali sono le vostre origini e qual è stato il vostro percorso di formazione?
Gian Luca Buzzetti: Il nostro percorso ha seguito strade differenti. Io, dopo studi in economia, ho fondato Leonardo Assicurazioni, azienda leader nella distribuzione assicurativa italiana. Stefano, invece, con una formazione giuridica, è diventato responsabile del servizio di consulenza patrimoniale presso la stessa azienda. Il nostro incontro è avvenuto proprio lì e, condividendo lo stesso spirito imprenditoriale, abbiamo deciso di avventurarci in un nuovo mercato. Eyelet Milano abbraccia gli stessi valori delle altre realtà aziendali da me fondate, a partire dalla Leonardo: responsabilità sociale oltre che ambientale, innovazione e sperimentazione, a cui si aggiunge un forte impegno per promuovere il Made in Italy.
Quando e com’è nato il brand Eyelet Milano?
Eyelet Milano – brand che pone al centro la passione per l’innovazione, la sperimentazione, la cura del dettaglio e l’amore per il Made in Italy – nasce nel 2014. In quell’anno abbiamo prodotto e brevettato una serie esclusiva di pochette da taschino, la cui peculiarità è racchiusa nell’utilizzo innovativo di asola e bottone, intesi come elementi originali e di rottura. Fin dall’inizio, siamo stati spinti da uno spirito rivoluzionario. Quest’ultimo, recentemente, ci ha portato a volere intraprendere una nuova sfida che, a oggi, sentiamo maggiormente nostra. La nuova mission è dare spazio ai giovani talenti. Per questo, lo scorso ottobre abbiamo lanciato il progetto Fashion by Emerging Designers.
In cosa consiste appunto il progetto Fashion by Emerging Designer?
Il settore moda, seppur molto affascinante, presenta dal punto di vista degli investimenti iniziali elevate barriere all’ingresso. È fondamentale evitare che i sogni dei giovani vengano disillusi ed è per questo motivo che Eyelet Milano ha cambiato pelle, pur restando fedele al suo DNA, trasformandosi in una sorta di incubatore di creatività. A cadenze regolari, selezioniamo nuovi designer - facendo scouting nelle più prestigiose scuole di moda -, con lo scopo di offrire loro l’opportunità di progettare delle capsule collection basate sulla reinterpretazione del brand in chiave personale. La collezione viene quindi da noi prodotta, attraverso una catena del valore e una filiera corta, oltre che sostenibile, per poi essere commercializzata in co-branding con il designer.
Quali sono i valori fondanti sui quali è stato costruito il progetto?
I valori fondanti di Eyelet Milano sono tre. Il primo pillar è sicuramente la scommessa sui giovani talenti a cui offriamo una piattaforma-vetrina. Il secondo pilastro riguarda la sostenibilità. Il nostro approccio rispetto a questa tematica è olistico. Ci impegniamo infatti a selezionare attentamente i nostri fornitori, che devono rispettare rigidi criteri. Collaboriamo solo con fornitori certificati, che adottino processi produttivi pienamente in linea con la nostra filosofia e che utilizzino principalmente materiali di origini naturali, sia per abiti che per accessori. Questa impostazione si riflette, ovviamente, nella nostra produzione e nella scelta delle materie prime: tessuti naturali, riciclati, certificati e scarti post consumer, che altrimenti sarebbero destinati allo smaltimento. Questo ci consente di ridurre al minimo gli sprechi e di creare capi unici, evitando la sovrapproduzione, un problema comune nel settore, che va assolutamente combattuto. Questo modus operandi si estende oltre la fase di acquisto, poiché il nostro packaging è stato concepito per avere una seconda vita, trasformandosi in una scatola gioiello porta oggetti o in un elemento di design. Il terzo pilastro si innesta, infine, su un tema a noi particolarmente caro, vale a dire quello della responsabilità sociale. Collaboriamo con artigiani e fornitori locali socialmente impegnati, come ad esempio la Sartoria Sociale Gelso, che crea moda etica, offrendo nuove opportunità di lavoro all’interno del carcere di Torino. Il fatto di produrre solo Made in Italy si è quindi rivelato come una scelta quasi obbligata, a conferma ulteriore del nostro impegno verso una produzione locale, responsabile e di qualità.
Quale sostegno fornite ai fashion designer emergenti?
Come ho già accennato, la responsabilità sociale per noi è cruciale. Eyelet Milano, infatti, si propone di promuovere lo sviluppo culturale e artistico del settore, dando spazio ai giovani talenti. Il progetto Fashion by Emerging Designer è caratterizzato da un approccio pedagogico, che va oltre la mera creazione di collezioni. Ai giovani talenti viene offerta un'opportunità unica di crescita, innanzitutto attraverso il supporto finanziario, ma si tratta anche e soprattutto di un progetto formativo a 360°. Questi nuovi creativi, infatti, partendo dalla costruzione e dalla creazione della collezione, possono seguire in prima persona ogni fase del processo, dalla realizzazione al lancio sul mercato fino alla comunicazione. Un progetto fortemente esperienziale, che speriamo possa aiutarli anche nell’individuare quale parte del percorso si adatti maggiormente alle competenze/skill di ciascuno, agevolando così una ricerca più consapevole di un futuro impiego e facilitando l’ingresso nel mondo del lavoro. Speriamo, in questo modo, di contribuire a garantire il ricambio generazionale e il futuro del settore.
Le due prime capsule collection sono firmate da Laura Finizio (Last Call) e Lena Frejabue (Etheral). Quali sono le cifre stilistico-distintive delle due collezioni?
Abbiamo selezionato le nostre due prime designer per la loro spiccata abilità nel cogliere gli elementi distintivi del nostro brand e per la loro capacità di reinterpretarli in modo personale, pur incanalandoli in due progetti creativi differenti. Abbiamo scelto di collaborare con Laura Finizio (Last Call) perché siamo stati catturati dalla sua visione stilistica, nella quale pezzi sartoriali e streetwear sono mixati in maniera armoniosa, dando vita a una collezione ibrida e libera. Mentre Lena Frejabue (Ethereal), con la sua straordinaria perizia sartoriale, ci ha conquistati per le silhouette dalle linee geometriche pulite e per la sua capacità fuori dal comune di giocare con i pesi dei tessuti, che include l’utilizzo di trasparenze, ispirate al mondo delle gemme e delle pietre preziose, uno tra tutte il diamante. Insieme, abbiamo dato vita alla prima edizione di questo progetto, che siamo certi ci riserverà molte soddisfazioni.
Progetti e sogni per il futuro?
Attualmente siamo attivamente impegnati nella selezione del prossimo talent che avrà l’opportunità di offrirci la propria personale visione di Eyelet Milano. Innovare per noi significa, tra le altre cose, ricercare nuovi paradigmi produttivi sempre più contemporanei, esplorando anche il mondo delle nuove tecnologie. In un settore così dinamico, comprendiamo l'importanza della ricerca, vorremmo ampliare le categorie merceologiche, offrendo collezioni sempre più complete, grazie anche a produzioni ad alto contenuto tecnologico, oltre che naturalmente rispettose dell’ambiente e delle persone.