In occasione della morte di Vittorio Emanuele di Savoia, scomparso a Ginevra all'età di 86 anni, si torna a parlare dei gioielli della corona con una contesa iniziata nel 1946 e che non vede ancora una fine. Come ricostruito nel servizio di "Stasera Italia" in onda domenica 4 febbraio, al momento del loro esilio il tesoro dei Savoia fu affidato dallo stesso Umberto II a Luigi Einaudi, allora governatore della Banca d'Italia.
Vengono dunque depositati 6732 brillanti e 2000 perle per un valore che nel 1999 veniva riconosciuto dall'unione monarchica italiana valuta in tremila miliardi di lire. Mentre oggi, come aggiunto nella trasmissione di Retequattro, c'è chi parla di 300 milioni di euro.
"Sto chiedendo indietro questo scrigno di gioielli che mio nonno lasciò in Banca d'Italia nel 1946", spiega Emanuele Filiberto, che sulla proprietà del tesoro non ha dubbi. "Questi gioielli sono privati e personali di casa Savoia - Ha infatti aggiunto - Devono essere restituiti ai loro proprietari e dopo devono essere mostrati agli italiani".
Nessuno aveva stabilito se tali beni preziosi dovessero tornare ai legittimi proprietari o dovessero diventare beni dello Stato, fino al 2022, quando proprio Emanuele Filiberto ne chiese la restituzione. Un braccio di ferro che adesso, con la morte di Vittorio Emanuele di Savoia, potrà essere portato avanti dalle sorelle, le principesse Maria Beatrice, Maria Pia e Maria Gabriella.