RITROVATI IN SVEZIA

Ecco i "chewing gum" preistorici: sono stati masticati 10mila anni fa

Appartenevano a tre adolescenti, uno soffriva di gravi problemi ai denti

© Dal Web

Resti di resina masticati 9.700 anni fa come veri e propri chewing gum sono stati rinvenuti in Svezia. Un gruppo internazionale di ricerca coordinato dall'Università di Stoccolma ha analizzato le tracce di Dna rimaste intrappolate in questi resti, sui quali è rimasta impressa perfino la forma dei denti.  Le analisi hanno permesso di identificare coloro che li aveva masticati e di che cosa si erano cibati. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista "Scientific Reports". 

   

Chi aveva masticato i Chewing gum? -

I frammenti di resina sono stati rinvenuti nel sito archeologico svedese di Huseby Klev, a nord dell'attuale Goteborg, dove nel Mesolitico viveva un gruppo di cacciatori e raccoglitori. Le analisi del Dna umano hanno permesso di stabilire che a masticarli erano stati tre giovani individui, sia maschi che femmine, che li avevano masticati per produrre una specie di colla usata per la fabbricazione di utensili.  

Cosa mangiavano i nostri antenati? -

 Un ulteriore studio dei resti di Dna antico non umano, ha consentito di ricostruire la dieta dei nostri antenati. Le analisi hanno rivelato che gli adolescenti si erano cibati di carne di cervo, trota e nocciole, sebbene una dei tre ragazzi avesse faticato a masticare per colpa della parodontite, una malattia batterica che causa il progressivo danneggiamento dei tessuti che mantengono i denti in sede. 

"Nella resina masticata di Huseby-Klev c’è una varietà di sequenze di Dna in cui abbiamo trovato sia i batteri che sappiamo essere legati alla parodontite, sia il Dna di piante e animali che avevano masticato in precedenza", precisa Emrah Kirdok dell'Università di Mersin in Turchia. 

I risultati dello studio "forniscono un'istantanea della vita di un piccolo gruppo di cacciatori-raccoglitori sulla costa occidentale scandinava.
Penso che sia formidabile", commenta il coordinatore dello studio Anders Gotherstrom

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