È allarme siccità anche in pieno inverno in alcune zone d'Italia. Al Sud e nelle Isole le riserve idriche si stanno rapidamente esaurendo. In Sicilia e Sardegna, le autorità e gli enti preposti sono già in questa stagione ora costretti a porre limitazioni all'utilizzo dell'acqua. È questa la fotografia che emerge dal rapporto settimanale dell'Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche.
Grave mancanza d'acqua nelle Isole e al Sud -
In Sicilia, la seconda metà del 2023 è stata la più arida da oltre un secolo: da Settembre a Dicembre, la mancanza complessiva è di circa 220 millimetri di pioggia, mentre il solo ultimo mese dell'anno ha registrato deficit di precipitazioni fino al 96% su alcune località tra le province di Enna e Catania. Se l'annuale bilancio regionale non risulta altrettanto drammatico (circa 160 millimetri in meno rispetto alla media) lo si deve quasi esclusivamente agli eventi estremi, che hanno colpito l'isola nella prima metà dello scorso anno.
La condizione dei bacini siciliani, non consente più di assolvere pienamente, nè alla loro funzione calmieratrice delle piene, nè tantomeno a quella di riserva di acqua. È grave la situazione anche per gli invasi della Sardegna: alcuni sono ai minimi da 25 anni a oggi; complessivamente nei bacini manca oltre il 50% dell'acqua, che potrebbe essere trattenuta. Esemplare per illustrare la gravità della situazione è quanto deciso per il distretto Posada, in provincia di Nuoro, dove, per garantire l'uso potabile, è stata vietata l'irrigazione. È preoccupante anche la situazione dei bacini della Puglia: oltre 119 milioni di metri cubi in meno rispetto all'anno scorso.
A Trapani "si rischia il collasso della viticoltura" -
La siccità sta minacciando la coltivazione delle viti in Sicilia. Per esempio, a Trapani "se non si interviene in tempi utili, si rischia il collasso della viticoltura in una grande fetta della provincia. Credo che il disastro sia ormai dietro l'angolo, con conseguenti danni enormi". Lo ha affermato Dino Taschetta, presidente di Colomba Bianca, cantina produttrice di vino biologico.
Laghi e fiumi del Lazio in difficoltà -
Nel Lazio, i laghi rimangono in condizioni critiche, così come grave risulta la condizione del fiume Tevere, la cui portata perde in una settimana quasi 52 metri cubi al secondo; calano anche i fiumi Aniene, Fiora e Liri.
La situazione dei laghi e fiumi al Nord e al Centro è migliore? -
Nel Nord della Penisola, i grandi bacini naturali continuano a trattenere quantità d'acqua superiori alla norma; l'unica eccezione è il lago d'Iseo, il cui livello, come quello Maggiore e di Como, risulta in calo, mentre cresce il Benaco, che supera il 91% di riempimento. Complice la prolungata stabilità atmosferica, le portate del fiume Po si stanno riducendo, pur mantenendo finora valori superiori a quanto registrato in questo periodo nello scorso biennio. Le rilevazioni a Torino attestano una portata inferiore alla media di circa il 48%, mentre a Pontelagoscuro, nel Ferrarese, il deficit scende al 27%.
In Emilia-Romagna, le portate di tutti i fiumi sono decrescenti: si va dal -36% della Trebbia al -88% del Savio e addirittura al -94% del Reno. In Veneto, brusco calo dei livelli idrometrici del fiume Adige, che vede un abbassamento di 30 centimetri in 7 giorni. In Lombardia, le riserve idriche cumulate registrano un deficit di neve (-22%), in parte compensato da un surplus di volumi stoccati sia nei grandi laghi (+11,6%) che negli altri bacini lacustri (+22,9%): il bilancio complessivo risulta essere leggermente negativo (-4,8%).
In Umbria, il lago Trasimeno resta 18 centimetri più basso rispetto al minimo livello "vitale". Nelle Marche scendono i livelli dei fiumi Potenza, Esino, Sentino, Tronto e Nera. Si aggrava anche la condizione dei fiumi in Toscana: la Sieve quasi dimezza la portata così come avviene per quella dell'Arno rispetto alla media degli anni recenti.
"Necessarie nuove infrastrutture idrauliche" -
"Sempre più forte emerge l'esigenza di ottimizzare l'uso della risorsa idrica attraverso l'efficientamento della rete idraulica del Paese e la realizzazione di nuove infrastrutture capaci di trattenere una maggiore quantità d'acqua sul territorio per utilizzarla nei momenti di bisogno", sottolinea Massimo Gargano, direttore generale di Anbi.