Nel quartiere Fuorigrotta

Camorra, pizzo ai commercianti e ai venditori ambulanti dei gadget del Napoli anche durante la festa scudetto: 4 arresti

Le persone finite in manette sono considerate gli autori di una serie di estorsioni, continuate e aggravate dal metodo mafioso. Imponevano alle loro vittime anche la vendita di sigarette di contrabbando

© Carabinieri

Quattro persone, ritenute legate al clan camorristico Troncone del quartiere Fuorigrotta di Napoli, sono state arrestate dai carabinieri in quanto considerate gli autori di una serie di estorsioni, continuate e aggravate dal metodo mafioso, perpetrate a carico di alcuni commercianti della zona, costretti a versare il "pizzo" anche durante la festa scudetto. Il gruppo, in sintesi, imponeva alle vittime la vendita di sigarette di contrabbando e controllava i venditori ambulanti dei gadget del Napoli.

© Tgcom24

L'indagine -

 L'attività investigativa è stata svolta dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Napoli su coordinamento della Dda di Napoli. Attraverso il riscontro delle dichiarazioni rese dalle vittime agli inquirenti, l'indagine ha permesso di accertare in particolare le modalità del Tle (tabacco lavorato estero) di contrabbando a opera del gruppo criminale a cui gli indagati facevano riferimento, ai danni delle vittime, nonché le analoghe costrizioni di natura economica imposte alle stesse per la vendita della predetta merce. Inoltre, le modalità di violenta costrizione circa la prosecuzione dell'attività di venditore ambulante dei gadget della Ssc Napoli, a opera sempre dei soggetti in questione, nei confronti delle persone offese. E, ancora, la disponibilità, da parte degli indagati, di armi da fuoco per l'esercizio della relativa attività criminale di natura estorsiva.

Figlio boss a vittima reticente: "Ti sparo un colpo in fronte" -

 "Ora ti sparo una botta (un colpo) in fronte, non ho paura di nessuno e neanche di ucciderti". E ancora: "Devi dire a tua moglie che non deve intromettersi... non ho paura di uccidervi... per colpa tua mio figlio è armato e sta rischiando di essere arrestato". Non avevano mezze misure Giuseppe e Vitale Troncone, vertici dell'omonima famiglia malavitosa decapitata con quattro arresti notificati dai carabinieri del comando provinciale di Napoli. La vittima è un ambulante del quartiere Fuorigrotta costretto a pagare il pizzo affinché la moglie potesse vendere i gadget della SSC Napoli e anche ad acquistare ingenti quantità di sigarette di contrabbando - a prezzi maggiorati - che non era in grado vendere.

Nel settembre 2023, secondo quanto riferito, la vittima sarebbe stata anche minacciata di morte in quanto, in quell'occasione non era riuscito a corrispondere la somma di 500 euro. A interfacciarsi con l'ambulante, armato di pistola e in sella a uno scooter, in quell'occasione, fu Luigi Troncone (cognato del boss Vitale Troncone): "Per colpa tua mi fai arrestare...mi hai fatto venire armato... e ora perché non mi hai dato tutti i soldi che devi darci, mi ha costretto a scendere anche domani
che è domenica". Il giorno dopo, la vittima, per timore di ritorsioni ai danni suoi, della moglie e dei suoi figli piccoli, ha consegnato la parte mancante del denaro richiesto al boss Vitale Troncone,
appositamente recatosi per il prelievo. Anche Giuseppe e Vitale Troncone hanno minacciato di morte l'ambulante. Minacce, anche rivolte al figlio della coppia, continuate anche dopo la denuncia alle forze dell'ordine.
 

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