UN ANNO SPECIALE

Fiorella Mannoia: "Le donne sono cambiate ma la strada è ancora lunga"

L'artista romana inaugura con la partecipazione al Festival di Sanremo un anno speciale dal punto di vista personale e artistico

di Massimo Longoni

© Dirk Vogel

Fiorella Mannoia si prepara ad affrontare un anno speciale. Dal punto di vista personale (il 4 aprile girerà la boa dei 70 anni) e artistico, con il ritorno al Festival di Sanremo, con "Mariposa", un brano significativo sulla figura della donna, e poi con il doppio appuntamento all'Arena di Verona, restando in tema di donne, con "Una nessuna centomila". "Le dinamiche sono sempre le stesse. Le donne e le ragazze scambiano la gelosia per amore, a volte ne sono persino gratificate - dice -. Rispetto alle donne della mia generazione tante cose sono cambiate, ma c'è ancora molto da fare. 

© Tgcom24

"Questo è sicuramente un anno speciale - dice l'artista pensando ai 70 anni in arrivo -. Non è una data che lascia indifferenti, ma la vivo bene. Cerco di non pensarci. Prima devo pensare a Sanremo e all'evento di 'Una, nessuna e centomila'". L'evento, inizialmente previsto per il 26 settembre scorso, è saltato a causa di un'ernia del disco della stessa Mannoia, e riprogrammato per il 4 e 5 maggio all'Arena di Verona. "Vorremmo cercare di cambiare questa mentalità che ci attanaglia, partendo dai giovani, dalle scuole - spiega Fiorella -. Siamo tutte vittime di stereotipi. Noi donne con la sindrome della crocerossina, e gli uomini con la difficoltà ad accettare questa emancipazione". Ma la Mannoia sottolinea come gli uomini siano un elemento importante da coinvolgere in questa battaglia. "Noi abbiamo bisogno che il percorso sia fatto da uomini e donne insieme, tanto che abbiamo invitato tanti maschi all'Arena - sottolinea -. Femminismo non è una brutta parola, conosco tanti uomini femministi. Anche gli uomini sono prigionieri di stereotipi che si portano dietro da millenni, ci vuole tempo". 

Ma prima di "Una Nessuna Centomila" ci sarà da affrontare un Festival di Sanremo. Dalla prima volta nel 1981 con "Caffè nero bollente" ("Se ripenso a quel primo Sanremo mi faccio tenerezza. Mai avrei immaginato quello che sarebbe accaduto. La mia è stata comunque una carriera dalla costruzione lenta, poi pian piano il mio percorso si è delicato") di acqua sotto i ponti ne è passata tanta. Fiorella Mannoia torna a Sanremo dopo il secondo posto del 2018 quando con "Che sia benedetta", data per favoritissima, venne sconfitta sul filo di lana da "Occidentali's Karma" di Francesco Gabbani, che quest'anno sarà con lei nella serata dei duetti. A questo giro favoriti non ce ne sono e lei si presenta con due obiettivi: divertirsi e parlare di donne. 

"Mariposa" è una canzone che "io vedo come un manifesto. Racconta le donne per quello che siamo, che siamo state e che saremo. Si parte dalla strega in cima al rogo per arrivare alla descrizione di tutta una serie di donne. Diciamo non nascondiamo neanche il fatto che possiamo essere terribili, uno specchio rotto, sette anni di disgrazia" dice. L'ispirazione del brano e del titolo è arrivata dalla visione di una serie tv che si intitola "Il grido delle farfalle", che racconta la storia delle sorelle Mirabal. Combattevano la dittatura del generale Trujillo nella Repubblica Dominicana degli anni 50. "Vennero trucidate ma il loro massacro sollevò un'ondata di indignazione che portò alle dimissioni di Trujillo - spiega la Mannoia -. Carlo (Di Francesco, suo marito - ndr) ha iniziato a buttare giù idee mentre guardava, poi l’abbiamo fatta sentire a Federica Abbate e a Cheope". Alla fine il brano non parla direttamente delle sorelle Mirabal ma parte da loro.   

Ma lei come ha visto cambiare le donne in questi anni? "Le dinamiche sono sempre le stesse - dice -. Le donne e le ragazze scambiano la gelosia per amore, a volte ne sono persino gratificate. Rispetto alle donne della mia generazione tante cose sono cambiate, ma c'è ancora molto da fare. La libertà è una conquista, nessuno di noi è completamente libero. Ognuno deve cedere a dei compromessi. Io sono libera ma non è sempre stato facile. È una conquista che a volte costa anche caro". C'è poi il paradosso che rispetto ad alcune conquiste di anni fa oggi sembra che si torni indietro. Diverse artiste, come Elodie e Annalisa, vengono messe sulla graticola sui social per il loro modo di usare il corpo come mezzo espressivo. "Soprattutto negli anni 70 eravamo molto più liberi - considera Fiorella -. Qualche bacchettone c'era ma il movimento era più forte. Oggi ci siamo scordati Madonna, Beyoncé… ma la Rete non ha cambiato il popolo, ha solo dato un microfono: le scemenze che prima si dicevano al bar adesso le scrivono su Internet". 

Nell'ottica di cambiare la prospettiva dei giovani, la Mannoia non si nasconde che i testi di alcune canzoni estremamente popolari tra le generazioni più recenti, soprattutto in ambito trap, siano un problema. "Non si può e non sarebbe però giusto censurare nessuno - afferma -. Faccio mio l'invito fatto da Roy Paci qualche tempo fa che invitava pacatamente a una presa di responsabilità su questo tema. Si può invitare alla riflessione e alla responsabilità. Bisogna confrontarsi". 

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