A Roma c'è un maxi buco di oltre due milioni di euro generato dagli affitti non pagati dai partiti politici. Gli immobili pubblici sono affittati dall'Ater, l'ente che gestisce le case popolari per il Comune di Roma. I canoni per i partiti politici sono bassi, di favore, ma nonostante questo molti partiti non pagano da anni. "Fuori dal coro" ha mostrato l'elenco dei morosi in cui figurano 54 immobili, di cui 47 non sono in regola: si tratta del 90 per cento, per un debito di oltre due milioni di euro.
Tra questi c'è la sede del PD di Via La Spezia, con un canone di affitto di 983,53 euro: per questo immobile sono stati accumulati già 30 mila euro di debiti. Tra l'Ater e il PD c'è un accordo che risale al 2021, in cui il partito riconosce il debito. Tuttavia, da allora il debito è aumentato, come spiega il consigliere comunale Federico Rocca: "Dal 2021 al 2023 hanno accumulato altri 220 mila euro di debiti pregressi, non sappiamo quanti cittadini hanno la fortuna di rinegoziare due volte con l'ente che gestisce le case popolari". "Fuori dal coro" ha provato a chiedere a fonti vicine al PD, da cui trapela che il partito si è impegnato ad appianare il debito in 240 rate.
Stesso discorso vale per la sede di Piazza Verbano, il cui canone è di 617,43 euro. Il debito accumulato è di 6.600 euro. Così vale anche per la seda di Garbatella, in cui non si paga la sede dal 2008 nonostante i 461,68 euro di affitto. A questi immobili si aggiungono anche quelli che risultano affittati ai partiti ma che in realtà sono totalmente abbandonati. L'inviata del programma di Rete 4 ha provato a chiedere spiegazioni direttamente all'Ater, chiedendo perché l'ente non metta a disposizione questi immobili a chi ne ha bisogno: "Tutte quelle sedi che appartenevano a partiti politici che sono morti, nel senso che non operano più - spiega un funzionario -, si sta procedendo a una ricognizione alle dovuti azioni puntuali. Sede per sede". Invece, sugli affitti non pagati, un altro funzionario Ater si limita dire: "Purtroppo non stanno pagando il corrente - dice -. Per cui l'Ater ha dovuto nuovamente avviare una diffida"