"L'aborto non è un diritto", bufera su un convegno "ospitato" dalla Camera
La conferenza è stata organizzata dal Centro Studi “Machiavelli” e autorizzata dal leghista Simone Billi, anche se assente. Le opposizioni: "'Aberrazione". La replica: "Non è la posizione del partito"
Un convegno su aborto ed eutanasia, organizzato dal Centro Studi Politici e Strategici “Machiavelli”, non è una sorpresa. Peccato però che si sia tenuto nella sala stampa di Montecitorio, prenotata dal deputato leghista Simone Billi, che però non era presente. Ma tanto è bastato a far insorgere l'opposizione che parla di "un'aberrazione", chiamando in causa anche il premier Giorgia Meloni e il ministro Eugenia Roccella. Anche se, replica Billi, "quel convegno non rispecchia la posizione del partito".
Il convegno - Nel corso del convegno è stata presentata la rivista del centro, "Biopoetica", in cui in sostanza si nega che l’aborto sia un diritto e lo si paragona in un passaggio a “quello di uccidere, di rubare, di ferire”. Uno dei relatori, Marco Malaguti, ha spiegato che aborto ed eutanasia “afferiscono a quella che è una tematica di valore primario della nostra contemporaneità, il tramonto dei valori”. In sintesi, secondo quanto sostenuto da Malaguti e dall’altra relatrice, Maria Alessandra Varone, ricercatrice di Filosofia all’Università di Roma Tre, “l’aborto non è un diritto legalmente accettabile”. Perfino “nei casi più tragici, come quelli di stupro, non è mai giusto”. Entrambi fanno parte del Centro Studi Politici e Strategici “Machiavelli”.
Le reazioni - "E' gravissimo e inaccettabile che deputati della Lega mettano in discussione una legge dello Stato e non perdano occasione per manifestare una visione dei diritti delle donne talmente retrograda da riportare il Paese indietro di 50 anni - così la senatrice del Pd, Valeria Valente, componente della Bicamerale femminicidio e del Consiglio di Presidenza di Palazzo Madama. Che chiama in causa anche premier e ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità ."Non c'e' che dire, il lupo perde il pelo ma non il vizio. Ma Meloni e Roccella che dicono?". Durissima anche la posizione di Italia Viva: "Altro che Medioevo. Qui siamo oltre l'oscurantismo. Il deputato leghista Billi, che evidentemente vuole prendere il posto del senatore Pillon come campione di arretratezza, promuove un convegno alla Camera in cui si rimette in discussione la legge 194 e in cui si nega che l'aborto sia un diritto. Ancora una volta nel mirino finiscono le donne e la loro libertà. Maggioranza di inadeguati, incapaci e pure illiberali. Dovete andare a casa". Cosi' sui social la senatrice Raffaella Paita. Condanna anche da Avs: "L'autodeterminazione della donna è un principio consolidato, dispiace che la Camera abbia potuto ospitare un evento dove si sono espresse posizioni cosi' retrive". Cosi' Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera. E + Europa, con Carla Taibi, aggiunge: "Non vi permetteremo di fare dell'Italia un Paese del Medioevo e della barbarie civile e umana".
La replica - Immediata la replica di Simone Billi, che prende le ditanze da quanto dichiarato nel convegno: "Quanto uscito oggi su alcuni mezzi stampa non rappresenta né la mia, né, tanto meno, la posizione del partito. La Lega, da sempre, si è battuta per la libertà di espressione delle donne e quanto riportato è falso. Personalmente credo nella libertà di scelta e, soprattutto, le donne vittime di violenza non possono essere utilizzate e strumentalizzate. Ribadisco ancora una volta che le donne devono poter decidere autonomamente. Io non ero presente al convegno e, se fossi stato presente, avrei sicuramente portato avanti le mie tesi". Cosi' il deputato della Lega, Simone Billi. Gli fa eco la compagna di partito, Laura Ravetto: "Come Lega siamo e saremo sempre per la libertà di scelta, soprattutto su un tema personale come l'aborto su cui sono proprio le donne ad avere l'ultima parola. È la linea del nostro Partito, da sempre. Utilizzare temi seri come l'aborto, i diritti, il sostegno alle donne, il contrasto alla violenza per becera propaganda di parte è davvero stucchevole".