DAL 22 AL 24 GENNAIO

"Il cacciatore" compie 45 anni e torna in sala: il capolavoro di Cimino sul Vietnam

Appuntamento il 22, 23 e 24 gennaio per riscoprire uno dei film entrati nella storia, premiato con cinque Oscar

© Afp

A 45 anni dalla sua prima uscita, "Il cacciatore" di Michael Cimino torna al cinema. Appuntamento il 22, 23 e 24 gennaio: tre giorni per riscoprire uno dei film entrati nella storia o vederlo per la prima volta sul grande schermo. Capolavoro del cinema mondiale, il film con Robert De Niro e Christopher Walken torna nelle sale in versione restaurata in 4K. 

© Tgcom24

La storia -

  Mike (De Niro), Nick (Walken) e Steven (Savage) lavorano in un’acciaieria di Clayton, Pennsylvania, e nel tempo libero cacciano cervi. Quando Steven sta per sposarsi e gli amici vengono chiamati alle armi per prestare servizio in Vietnam, organizzano una festa combinata di matrimonio e addio. La guerra sarà per loro un’esperienza terribile. Riusciranno a fuggire, ma niente sarà più come prima.

I premi e il cast -

 Inserito prima al 79° e poi al 53° posto nella classifica dei migliori film statunitensi di tutti i tempi dell’American Film Institute, vincitore di moltissimi riconoscimenti, tra cui 5 premi Oscar (Film, Regia, Suono, Montaggio, Attore non protagonista), "Il cacciatore" vanta un cast stellare: Robert De Niro, accompagnato da Christopher Walken, John Savage, John Cazale (nel suo ultimo ruolo) e Meryl Streep, che proprio con questo film inizia il suo lungo e ricco percorso di candidature all’Oscar. 

Un film sulla guerra -

  Racconto di formazione e di amicizia, un film potente e lucido che mostra la tragedia della guerra del Vietnam pur non essendo etichettabile come film di genere: alle immagini del conflitto Cimino predilige la metafora e lo sguardo sulla quotidianità dei suoi protagonisti e sulle conseguenze sconvolgenti della chiamata alle armi. Tre atti (prima, durante, dopo) per riflettere sul dolore causato da tutte le guerre, sulla solitudine di chi resta e di chi parte, sul vuoto lasciato da chi non torna, sulle lacrime di chi torna cambiato per sempre nell’anima e nel corpo. A detta di Cimino c'era solo la grande voglia di raccontare una storia di amicizia della working class americana, ma di fatto quest'opera, uscita nel 1978, a tre anni dalla fine della guerra persa con il Vietnam, risenti' del clima di un'America che doveva ancora metabolizzare la sconfitta.

La roulette russa -

 La sequenza che entra di diritto nell'immaginario dello spettatore di questo film uscito quarantacinque anni fa è quella del volto indisponente e impassibile del boss vietnamita che conduce la roulette russa con i suoi ripetuti schiaffi uniti a sincopate minacce rivolti alle vittime di questo infernale gioco che vede a un certo punto contrapposti Mike (Robert De Niro) e Nick (Christopher Walken). Una scena su cui sono stati scritti fiumi di parole per la forza e la violenza delle immagini mostrate, mai viste prima di così crude, e per la valenza politica, voluta o involontaria, da parte del regista. Le pratiche di roulette russa tra i prigionieri dei Vietcong non hanno alcun fondamento storico, così quando nel 1979 il film approdò alla Berlinale molte delegazioni dei paesi socialisti, tra cui quella russa e cinese, ritirarono i propri film per protesta perché lo ritenevano fascista e razzista. E ancora sulla scena clou del film, sembra che Cimino avesse affidato il ruolo del perfido boss vietcong a un attore thailandese non professionista (il film è stato girato in Thailandia) scelto per il suo odio per gli americani, e avesse anche raccomandato all'attore di dare schiaffi veri per rendere tutto più realistico.

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