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Ucraina, la donna simbolo dell'ospedale pediatrico bombardato a Mariupol sostiene la candidatura di Putin alle presidenziali

La ragazza è stata immortalata al punto di raccolta firme per sostenere la candidatura del presidente russo alle elezioni presidenziali del 2024

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In Ucraina, sta facendo discutere l'aperto sostegno a Putin di Marianna, la donna incinta diventata il simbolo dell'ospedale pediatrico bombardato a Mariupol. La ragazza, che, come riporta la Repubblica vive tra Donetsk e Mosca e non ha mai nascosto il suo orientamento filorusso, è stata immortalata al punto di raccolta firme per sostenere la candidatura del presidente russo alle elezioni presidenziali del 2024. Ed è stata subito additata come traditrice.

Il post della discordia  "Ho trovato il tempo di andare al punto di raccolta firme per sostenere Vladimir Vladimirovič Putin come candidato alla presidenza della Russia. Per me una scelta del genere è ovvia: non vedo motivo di cambiare nulla. Ora, nonostante le sanzioni e tutti i problemi, la Russia si sta sviluppando dinamicamente. Sta proteggendo i suoi cittadini e lavorando per rendere il domani migliore di ieri. Non si può negare che sia legata alla personalità di una persona specifica, sotto la cui guida generale vengono prese le giuste decisioni, come vediamo dai risultati. E quante altre decisioni del genere sono state prese negli anni precedenti. Ecco perché io, come molti altri cittadini, sostengo Vladimir Vladimirovič!", ha scritto la ragazza su Instagram come didascalia a corredo di una foto in cui viene immortalata mentre firma a sostegno della candidatura di Putin.

I commenti  Il post della ragazza ha scatenato l'odio degli utenti. Ecco alcuni dei commenti: "Putin ha quasi ucciso tuo figlio, e tu hai messo una firma per lui"; "Erano tutti così preoccupati per lei quando hanno visto quegli scatti, e si è rivelata una larva, in vendita"; "Beh, che dire, venduta", "Mi fai schifo, vergognati". 

La storia  Il 9 marzo 2022, le bombe avevano colpito il reparto di maternità di un ospedale a Mariupol. La foto di Marianna, giovane blogger incinta al nono mese, con ferite in viso, che usciva dopo le esplosioni, avevano fatto il giro del mondo. Ma Mosca aveva parlato di "messinscena". Sostenevano che la ragazza fosse "un'attrice messa lì" per propaganda contro il Cremlino. Successivamente, Marianna aveva raccontato ai giornali russi che l'ospedale era occupato "dagli Azov che usavano le partorienti come scudi umani". 

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