nomina della discordia

Fondazione Teatro di Roma, Sangiuliano difende De Fusco: "Non è di destra, scelta meritoria" | Sgarbi: "Direttore chieda di essere votato da tutti"

Ancora polemiche sulla nomina del nuovo direttore. Schlein attacca Meloni: "Per lei la cultura è questione di poltrone"

Continua la querelle sulla nomina della discordia alla Fondazione Teatro di Roma (quella del neo direttore Luca De Fusco) con il botta e risposta, da una parte, dell'opposizione e, dall'altra, della maggioranza. La segretaria dem Elly Schlein prende di mira direttamente il capo del governo, osservando: "Per Giorgia Meloni la cultura è questione di poltrone". In serata c'è stata la presa di posizione del ministro Sangiuliano che a Zona Bianca su Rete 4 ha detto: "De Fusco non è di destra, la sua è stata una scelta meritoria". Cerca di gettare acqua sul fuoco il sottosegretario Vittorio Sgarbi. "Un direttore deve chiedere di essere votato da tutto il consiglio di amministrazione per il rapporto costante che deve avere con quella istituzione. Non può dirigere a prescindere dal Cda. È un gesto che gli farebbe onore, e smentirebbe il non gradimento del sindaco che lo definisce, come se a teatro fosse un limite, 'regista' e non 'manager' (figura umiliante e senza storia)". 

© Tgcom24

Sangiuliano difende la nomina di De Fusco -

 "De Fusco non è un uomo della destra", per la sua nomina a direttore generale del Teatro di Roma "è stata fatta una scelta meritoria". Lo dice il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ospite di Zona Bianca su Rete4. "De Fusco - sottolinea il ministro rispondendo a una domanda di Giuseppe Brindisi sulle polemiche di queste ore - ha una grande esperienza. E quando era giovane ha avuto una militanza politica con il partito socialista. Non è di destra, è un esperto", ribadisce Sangiuliano, convinto che sia necessario "consentire a chi non fa parte dei circoletti prevalentemente romani di potersi esprimere in ambito culturale". 

Per la scelta del nuovo dg del Teatro di Roma, ricorda Sangiuliano, "era stata nominata una commissione esterna che ha fatto una manifestazione di intenti, ha invitato gli esperti del settore a partecipare, a candidarsi alla direzione. La commissione ha scelto tre profili: nell'ambito del cda, dove sono rappresentato da un solo componente, non sono il dominus, è stato scelto il profilo più meritorio e aderente. Luca De Fusco ha una decennale esperienza nel mondo dei teatri, ha avuto direzioni importanti da amministrazioni di diverso colore, ha una grande esperienza". Sangiuliano ricorda anche di aver "incontrato De Fusco una sola volta, con Brugnaro alla Fenice, durante le prove di uno
spettacolo diretto da lui: gli ho stretto la mano e poi non l'ho mai visto più".

Sgarbi propone la ri-nomina -

 "Con ciò consoliderebbe la sua elezione - continua Sgarbi -, garantita comunque dalla maggioranza nel plenum del consiglio, e riabiliterebbe, per tutto il mondo del teatro, la figura del regista nella sua funzione di direttore". "Il presidente può, come ha fatto, rimandare la riunione, ma non evitarla. De Fusco può nobilmente chiedere di essere votato da tutti. Un contropiede limitatamente rischioso, rispetto allo schema di prepotenza che è stato rappresentato. Così - conclude il sottosegretario alla Cultura - la sua direzione è mutilata e minacciata. De Fusco, per la sua storia, non vale meno degli altri candidati, politicamente, piu' che culturalmente, a lui contrapposti". 

Elly Schlein contro la maggioranza -

 La leader del Partito democratico attacca direttamente l'esecutivo. "La destra al governo, nazionale e regionale che sia, ha sempre e solo la stessa ossessione: occupare poltrone, promuovere gli amici, controllare attraverso i propri uomini le articolazioni del Paese. Quando questo si fa in sfregio alla cultura, significa che abbiamo superato il livello di allarme. Quanto è successo al Teatro di Roma inquieta e preoccupa anche per le circostanze di questo vero e proprio blitz", evidenzia la Schlein. 

Pd: "Interrogazione urgente a Sangiuliano" -

 Non ci sta il Partito democratico che vuole portare la polemica in Parlamento. "Le dichiarazioni del presidente Mollicone confermano il suo intervento sulla nomina del direttore del Teatro di Roma. Ma a che titolo è intervenuto Mollicone?". A chiederlo è la capogruppo democratica in commissione Cultura alla Camera, Irene Manzi, che aggiunge: "Non risulta che il presidente della Commissione Cultura di Montecitorio abbia poteri operativi sulle nomine dei direttori dei teatri. Presenteremo una interrogazione urgente per fare luce su quanto accaduto a Roma". 

Ecco cosa aveva detto Mollicone -

 Sabato il presidente della Commissione Cultura, Federico Mollicone, era intervenuto in difesa della nomina affermando: "La nomina di De Fusco è regolare e votata dai rappresentanti del MIC e della Regione Lazio, sotto la vigilanza degli organi di controllo. Come sa bene il sindaco di Roma è stata una scelta condivisa con il Ministro e con il presidente della Regione Lazio".

La stilettata a Orfini -

 "Per il resto - aveva proseguito -, il collega Orfini dovrebbe sapere che il Presidente della Commissione Cultura è la prima carica istituzionale nel settore culturale del Parlamento e ha come compito, insieme alla Commissione, la vigilanza su tutti i teatri Stabili e le istituzioni culturali. Segnalo al collega Orfini che per colpa delle dilazioni del Presidente Siciliano, dovute a motivi esclusivamente di non accettazione della minoranza numerica in Consiglio, il Teatro di Roma e' in esercizio provvisorio e sta rischiando di perdere il finanziamento ministeriale, senza il quale non sarebbe possibile l'equilibrio di bilancio. Pertanto la nomina, dato l'atteggiamento riottoso dei rappresentanti del Comune, è stata decisa in via urgente dai soci, con la vigilanza degli organi previsti statutariamente che hanno certificato la validità della nomina. Sento l'eco di una polemica poi sul compenso del direttore De Fusco, che sarebbe esorbitante. Ricordo a tutti che lo Statuto del Teatro di Roma prevede la congiunzione del Direttore gestionale con quello artistico, e il riferimento va fatto con l'ultimo incarico del direttore Calbi e con i precedenti, e non con la stagione delirante e criminogena dell'ultima gestione Corsetti-Bevilacqua, in cui Corsetti era solo consulente artistico e non direttore, che hanno lambito indagini giudiziarie per malagestio, denunciate solo da Fratelli d'Italia e di certo non dal Pd. Una gestione che ha messo il teatro sul lastrico, sostenuta anche dal Partito Democratico".

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