"Siamo in una fase di rallentamento ciclico" dell'economia. La conferma arriva dal governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, secondo il quale "nel trimestre scorso siamo cresciuti in modo stentato come l'Europa, l'Italia anzi ha racimolato qualche decimale di crescita, ma a livello europeo la crescita è stata negativa". Secondo Panetta, però, "c'è una spinta dai consumi, e questo è positivo, grazie alla tenuta dell'occupazione".
© Tgcom24
Crescita sotto l'1% anche nel 2024 -
Dopo un 2023 al rallentatore, la crescita continuerà a ritmi molto bassi anche nei prossimi dodici mesi, secondo le stime di Palazzo Koch. "Prevediamo che il 2023 si sia chiuso con una crescita del Pil fra lo 0,6% e lo 0,7% - chiarisce infatti Panetta nel suo intervento all'Abi - e nel 2024 sarà sotto l'1% per poi passare all'1% nel 2025".
Inflazione tornata sotto il 2% -
Quanto all'inflazione, "in Italia è sotto controllo - sottolinea il numero uno di Bankitalia -: è tornata stabilmente sotto il 2% e si prevede che rimanga in media sotto questa soglia nel prossimo triennio". Tre anni, precisa, sono "l'orizzonte in cui la Bce calibra i suoi interventi". Si prevede inoltre anche una certa "ripresa dei salari".
Mar Rosso, "non vediamo un impatto macro" -
Ancora sulla dinamica dei prezzi, Panetta spiega: "Io sono convinto che la disinflazione in atto sia forte. Non mi lancio in previsioni su quando si taglieranno i tassi alla Bce perché non lo so e se lo sapessi non ve lo direi". E precisa che "al momento non vediamo un impatto macro" dalle vicende del Mar Rosso "ma non possiamo escluderlo, perché abbiamo visto che questi fenomeni di carattere geopolitico sono difficilmente prevedibili e che possono avere un impatto tramite l'effetto sulla fiducia, che si può espandere molto rapidamente".
"Convinto che la disinflazione sia in atto" -
Chiarendo il nodo inflazione che "sta scendendo rapidamente", Panetta afferma: "Sapete come vi sia una discussione alla Banca centrale europea su quali siano le condizioni monetarie necessarie per questa fase di disinflazione. Ovviamente dopo due anni di inflazione molto più alta rispetto agli obiettivi si è molto cauti, io sono convinto che la disinflazione sia in atto, che sia forte e che proseguirà ma non mi lancio, ovviamente, perché credo che sarebbe inappropriato e istituzionalmente non corretto, in previsioni".
"Però - aggiunge - credo che si possa ragionare delle condizioni che possono portare a un aggiustamento dell’intonazione (stance) monetaria. Credo che si stia andando a direzione giusta. Adesso vedremo se i dati che si renderanno disponibili nelle prossime settimane confermeranno questa tendenza alla disinflazione".