È stata selezionata la sestina finalista della settima edizione del "Premio Wondy per la letteratura resiliente", progetto nato nel 2018 in memoria della giornalista e scrittrice Francesca Del Rosso (1974-2016), conosciuta con il soprannome Wondy e autrice del volume "Wondy – ovvero come si diventa supereroi per guarire dal cancro" (Rizzoli, 2014) nel quale ha raccontato con ironia e coraggio come ha affrontato la malattia. Il comitato promotore, coadiuvato da un gruppo di lettori dell'associazione "Wondy Sono Io" insieme ai coordinatori, ha identificato le sei opere finaliste che saranno successivamente sottoposte al giudizio di due giurie, una tecnica e una popolare: si tratta di "La vita di chi resta" di Matteo B. Bianchi (Mondadori), "L'isola dei battiti del cuore" di Laura Imai Messina (Piemme), "Cose che non si raccontano" di Antonella Lattanzi (Einaudi), "Parole nascoste" di Arianna Montanari (Mondadori), "Una piccola pace" di Mattia Signorini (Feltrinelli) e "Male a Est" di Andreea Simionel (Italo Svevo).
I sei autori sono stati selezionati per le loro personali visioni del concetto di resilienza, in linea con lo spirito che anima il Premio. Attraverso le loro opere, hanno esplorato le diverse sfaccettature di questo concetto, mostrando come esso possa essere una forza positiva che aiuta a superare le difficoltà, sia a livello personale che collettivo.
Inoltre, il comitato promotore e i coordinatori hanno deciso di attribuire quest'anno una menzione speciale a Claudia Grande per il libro "Bim bum bam ketamina" (Il Saggiatore), per "la capacità di interpretare gli eccessi delle nostre identità digitali e reali all'interno di una cornice di vivo e dissacrante nichilismo, quasi a fare implodere il concetto stesso di resilienza".
"Anche quest'anno abbiamo una sestina di finalisti di valore assoluto nel panorama letterario nazionale. In tutti questi romanzi emerge in modo potente la capacità di far fronte alle sfide e al cambiamento che talvolta la vita ci pone davanti. È questo il senso più puro del concetto di resilienza, da coltivare con cura", ha commentato Alessandro Milan, Presidente dell'Associazione "Wondy Sono Io".
La giuria tecnica, presieduta quest'anno dalla giornalista e scrittrice Gaia Tortora, è designata annualmente tra una rosa di giornalisti, accademici, scrittori e personalità del mondo della cultura e della comunicazione. In questa edizione ne fanno parte: Marco Balzano, scrittore; Federico Bertoni, Professore ordinario di Teoria della letteratura all'Università di Bologna; Alessandra Carati, scrittrice; Paola Cereda, scrittrice e vincitrice del Premio Wondy Giuria Popolare 2023; Cristina Di Canio, libraia e scrittrice; Luca Dini, giornalista; Emanuele Nenna, imprenditore e pubblicitario, Ceo di Dentsu Creative; Roberta Scorranese, giornalista e scrittrice; Gianni Turchetta, professore ordinario di Letteratura italiana contemporanea all'Università Statale di Milano.
Al vincitore decretato dalla giuria tecnica andrà un premio di 5mila euro e una tela dell'artista Luca Tridente, le cui opere donate nelle scorse edizioni sono state inserite nel Catalogo dell'arte moderna (Editoriale Giorgio Mondadori), considerato un punto di riferimento per l'arte moderna e contemporanea. Accanto al volume premiato dalla giuria tecnica, è prevista anche l'assegnazione di un premio di 2mila euro al vincitore designato da una giuria popolare, che potrà esprimere la propria preferenza votando sulle pagine social del Premio (Facebook, Instagram e Twitter) fino alle ore 23.59 del giorno 21 aprile 2024 (www.facebook.com/wondysonoio).
Nelle precedenti edizioni, il premio della giuria tecnica è andato ad Alessandra Sarchi per "La notte ha la mia voce" (Einaudi), a Rosella Postorino per "Le assaggiatrici" (Feltrinelli), ad Andrea Pomella per "L'uomo che trema" (Einaudi), a Viola Ardone per "Il treno dei bambini" (Einaudi), a Francesca Mannocchi per "Bianco è il colore del danno" (Einaudi Stile Libero) e a Beppe Sebaste per "Una vita dolce" (Neri Pozza). Quello della giuria popolare invece a Barbara Garlaschelli per "Non volevo morire vergine" (Piemme), Ritanna Armeni per "Una donna può tutto" (Ponte alle Grazie), Leo Ortolani per "Cinzia" (Bao Publishing), Anna Giurickovic Dato per "Il grande me" (Fazi editore), Valentina D'Urbano per "Tre gocce d'acqua" (Mondadori) e a Paola Cereda per "La figlia del ferro" (Giulio Perrone Editore).
La premiazione - La premiazione ufficiale si terrà presso il Teatro Manzoni di Milano, il 22 aprile nel corso di una serata organizzata dall'associazione "Wondy Sono Io", creata insieme a un gruppo di amici da Alessandro Milan, con l'obiettivo di proseguire la grande eredità umana e intellettuale lasciata dalla moglie Francesca, grande appassionata di libri, che con la sua storia ha saputo insegnare a donne e uomini come nella vita le difficoltà di varia natura possano - e debbano - essere affrontate, possibilmente con il sorriso.