Il no di Roma al Mes blocca l'Unione bancaria. Lo ha detto il presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, al termine del vertice dei ministri delle Finanze Ue. "Il ministro Giorgetti - ha spiegato Donohoe - ci ha aggiornati sulla situazione dopo il voto negativo sulla ratifica del trattato del Mes, naturalmente non possiamo fare progressi su questo fronte. La mancata ratifica" da parte dell'Italia "significa che i nostri sforzi per costruire un'unione bancaria continuano a mancare di un sostegno comune al Fondo di risoluzione unico e continuano a mancare di uno strumento potente per aiutarci ad affrontare gli effetti delle difficoltà bancarie".
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All'Eurogruppo al momento "l'unico impegno che c'è da parte di tutti noi è quello di riflettere sulle conseguenze della decisione e tornare a questo argomento nelle prossime riunioni", ha aggiunto Donohoe interpellato sulla questione nella conferenza stampa al termine delle riunioni. Il ministro dell'Economia Giancarlo "Giorgetti ci ha fatto un aggiornamento molto fattuale degli sviluppi al Parlamento e ci siamo impegnati a continuare a lavorare con lui", ha spiegato.
Gramegna: "Occasione persa, diverse conseguenze negative" -
Per il direttore generale del Meccanismo europeo di stabilità, Pierre Gramegna, la decisione di Roma "è un'opportunità persa per rendere l'Eurozona più resiliente e rafforzare l'Unione bancaria". "Con questa mancata ratifica, molte questioni rimangono in sospeso", ha sottolineato Gramegna. "Fortunatamente - ha aggiunto - è successo in un momento in cui non abbiamo una crisi finanziaria in corso".
"Quali sono le conseguenze? Ce ne sono tre che vorrei evidenziare. La prima è che il sostegno comune per il fondo di risoluzione unico non sarà istituito o non potrà funzionare. E' importante sottolineare che il sostegno è lì per proteggere i soldi dei contribuenti dall'utilizzo per il piano di salvataggio delle banche, e il Mes avrebbe dovuto quasi raddoppiare la potenza di fuoco del Fondo di risoluzione unico", ha continuato Gramegna.
"Il secondo punto che vorrei sottolineare in questo contesto è che gli strumenti precauzionali del Mes rimarranno come sono nel Trattato esistente del 2012 - ha proseguito -. Il progetto era quello di modernizzare questi strumenti e rendere il Mes adatto allo scopo in un mondo con nuove tipologie di crisi e anche questo non sarebbe possibile". "In terzo luogo, non saremo nemmeno in grado di attuare l'accordo che il Mes ha negoziato con la Commissione quando ci saranno nuovi programmi su cui negoziare e sfortunatamente le sinergie previste in questo accordo non saranno possibili. Quindi con questa assenza di ratifica da un paese ci sono diversi problemi che rimangono in sospeso".